1986 Giugno 27 Ieri e Oggi Oggi e Ieri
Ieri e Oggi Oggi e Ieri
1986 Giugno 27
La più bella squadra delle semifinali è stata il Belgio. Né Argentina né Germania né Francia:
sissignori, il Belgio.
Se il football significa schema, orchestra più che assolo, capacità di muoversi insieme, non ho il
minimo dubbio che esempio migliore sia venuto dal Belgio. Non è casuale che
nel qualificarsi al Mundial, abbia tolto di mezzo l’Olanda facendosi carico di testimoniare in Messico
il buono che la gramiglia Cruyff insegnò 10/15 anni fa.
Giocano compatti, si smarcano con facilità, prati contropiede di massa, applicano con bravura il
trucchetto del furio gioco. Se non disponi di chassis collettivo non togli di mezzo prima l’Urss poi la
Spagna. E poi il Belgio è più furbo della Danimarca, accolita di ottimi atleti del tutto sconsiderati,
privi di malizia tattica.
Il dramma del Belgio non e Stato d’incontrare ‘Argentina dopo due match consecutivi di 120 minuti
filati. La sciagura dei belgi si chiama Maradona! I paradossi non dicono la verità, ma aiutano a
capirla. Ebbene, con Maradona in maglia rossa, accanto a quello spellacchiato trampoliere di
Ceulemans, il Belgio avrebbe battuto l’Argentina con tre gol di differenza.
Nel Mondiale dei sovrani equilibri, l’asso spacca il pareggio. L’asso degli assi vince da solo, e oggi
come oggi – a 25 anni, in stato di grazia – questi si chiama Diego Maradona. Ma un campione come
lui rappresenta la sublimazione del football, non la regola.
Chi gioca contro l’Argentina deve risolvere un problema di routine e uno di straordinaria
amministrazione; per il primo bastava il Beigio e basta anche la Germania; per il secondo, dipende dal
“sinistro di Dio” .
Nel 1961 in Israele chiamano così Mariolino Corso, il più intelligente mancino d’Italia. Oggi quel
piede cammina da Buenos Aires.
Giorgio Lago