1986 Giugno 28 Ieri e Oggi Oggi e Ieri
leri e Oggi Oggi e Ieri
1986 Giugno 28
Ero a Mar del Plata, otto anni fa, e faceva freddo. Con Omar Sivori, di primo mattino, prendemmo un
bel caffè caldo e chiacchierammo un po’ ricordando i tempi in cui sembrava che ad ogni stagione lui,
bandiera della Juve, dovesse passare all’inter di Angelo Moratti. Non accadde mai perché Helenio
Herrera, considerandolo anarchico di spogliatoio, gli oppose sempre il gran rifiuto: “Ia mela
marcia guasta le mele buone”.
Omar ridacchiava gonfiando le quance butterate. Gli chiesi: possibile che in Argentina non ci sia un
nuovo Sivori?
«Si, c’è- mi rispose – Maradona. Marache?, lo guardai sorpreso. «Ha 16 anni, ma devi venire a
vederlo, anche in allenamento, questo è il Pelé bianco”
Raccontai la conversazione in un articolo dettato il pomeriggio al Gazzettino. Per merito esclusivo di
Sivori quel nome sconosciuto di, scugnizzo argentino faceva la conoscenza dei nostri lettori. Fin dai
tempi di Viani Scopigno e Rocco, non ho mai creduto alle profezie; soltanto alla gente che sa
indovinare il football anche da pochi indizi, come Sivori.
Ma Diego Maradona non è ancora Pelé. Potrà diventarlo forse. Forse. Pelè segno 1.280 gol in 1.363
partite. Ha vinto tre campionati del mondo. E stato per undici anni, uno dietro l’altro, capocannoniere
del campionato paulista crema del Brasile. E stato “o reys” innumerevoli volte, su un
arco di tempo che va dal 1958 in Svezia al 1970 in Messico.
La sua non è una carriera; piuttosto una leggenda.
Su una cosa sola Maradona ha già battuto Pelé.
Maradona ha sull’Argentina di oggi un peso persino maggiore di quanto ne avesse Pelé sul Brasile di
ieri: perché questo Maradona è troppo grande per gli argentini di oggi mentre i brasillani di ieri erano
troppo forti per scomparire di fronte allo stesso Pelé.
Giorgio Lago