1986 giugno 8 Mondiali Messico 86. Tv spettacolo
1986 giugno 8 – Tv spettacolo
Quando smette la serie A, crollano le cifre del totocalcio, gli indici d’ascolto sportivi, le scommesse
clandestine. Mi confessava a Roma il direttore di un buon settimanale di sport: “Noi vendiamo bene
soltanto se stravince la Juve e se vince la Ferrari. De resto, non gli e ne frega niente a nessuno”.
Qualche giorno fa, nell’ambito di un elegante torneo, hanno giocato a Torino Juve-Verona, cioè chi
ha vinto e chi ha ceduto lo scudetto. Sono stati contati 393 spettatori.
Il Mundial mondovisivo sta mettendo a nudo un fenomeno sempre più accentuato in questi ultimi
anni: o pratichi lo sport o guardi il grande sport, il cosiddetto sport-spettacolo. Le mezze misure
scompaiono; il pubblico si mostra sempre più esigente; il gesto osservato ad altissimo livello fa
degradare nello spettatore la soglia di tolleranza estetica. Una volta, i brocchi facevano tenerezza;
oggi fanno ridere e basta.
Nell’esaltare il gusto della gente, la televisione rende sempre più mediocri i valori medi dello sport.
Tormentando l’altra sera il telecomando alla ricerca del canale Mundial, mi sono imbattuto senza
doverosa preparazione in Padova-Pavia. L’Appiani mezzo vuoto, qualche giocatore da casa di riposo,
la mediocrità per regolamento: come sopravvivere tra il football spettacolo e il calcio casareccio di
paese, in quel limbo di B, C & affini dove si paga il prezzo del tifo non più bello?
Nel microfono di Sandro Ciotti a Puebla un giornalista ha confessato: “Il gol? Avranno senza dubbio
visto meglio i telespettatori di me!”. Mentre si rafforza la dittatura dello spettacolo sullo sport, la tv
tenta il golpe: spettacolo essa stessa dello spettacolo.
Forse un giorno arriveremo a guardare senza partita.