1987 giugno 7 Venezia

1987 giugno 07 – Venezia

In quel «Dialogo su Oriente e Occidente nella storia del mondo» Ernst Junger osserva: «L’uomo sulla
nave deve misurarsi con quello nel bosco, ossia l’uomo della civilizzazione, l’uomo del movimento e
del fenomeno storico deve misurarsi con la propria essenza immobile e fuori del tempo che nella storia
si rappresenta e si manifesta».
«Quando avviene la separazione tra terra e mare – scrive Carl Schmitt – secondo il racconto biblico
della creazione l’uomo ebbe assegnata come sua dimora la terra. Il mare rimase qualcosa di pericoloso e
malvagio».
Venezia ha fatto inaudita sintesi tra uomo di mare e di bosco, è riuscita a vincere la Bibbia
ricompattando terra e mare. Di tanto in tanto il mare la sommerge per rivendicare la sua età di destino.
L’iconografia regionale di Venezia è insieme solida e liquida, mostra una vocazione quasi fisica a
mediare i contrasi. Esercitata per secoli dalla Natura, Venezia si identificò con gli scambi, il viaggio. Il
suo eroe è Marco Polo, la sua economia il mercato, la sua politica le relazioni internazionali. Venezia è
un porto franco della memoria; scioglie il «nodo di Gordio» tra Occidente e Oriente.
Oggi il Vertice dei Sette è storico quanto la tradizione diplomatica della Repubblica di Venezia e delle
Venezie. Oggi come sempre, scegliendo a simbolo il dipinto dei Fratelli Guardi che a Ca’Rezzonico
ricorda la stipula di un trattato commerciale, avvenuta il 27 agosto del 1753 tra il Re di Napoli e
l’Olanda, sotto l’alta mediazione del veneziano Conte Finocchiatti.
La signora Thatcher, Reagan, Nakasone, Kohl, Mitterand, Mulroney, Fanfani, hanno sul tavolo
un’agenda complicata ma una sola, grande, decisiva arma: la cooperazione, e una sola speranza:
Gorbaciov. Sia alla prima che alla seconda, Venezia offre un monito che arriva da molto lontano,
dall’istinto al dialogo, dalla sintesi tra l’uomo sulla nave e l’uomo nel bosco. Il segreto della pace.

giugno 1987