1987 ottobre 8 Fuori dalla realtà
1987 ottobre 08 – Fuori dalla realtà
Ci sono laici e cattolici, mangiapreti e clericali. Tra veri laici e veri cattolici l’ora di religione nelle
scuole di Stato può creare oggi qualche problema, mai barricate; tra vecchi arnesi del clericalismo e
neomangiapreti può scoppiare la crociata anche per la presenza in un ufficio pubblico del crocefisso,
memoria di cultura prima che simbolo di culto. Oltre che fede, la religione si fa pretesto.
In politica tutto viene spregiudicatamente usato ma – soprattutto in materie che riguardano la scuola, i
giovani e la coscienza – certi limiti sono superabili soltanto per malafede o in nome di un tabù. Il
Concordato fra Stato e Chiesa esiste, non è un patto leonino; L’Italia lo ha liberamente sottoscritto, fra
l’altro aggirandone la versione fascista sotto il primo governo a guida socialista del dopoguerra. Non è
un accordo facoltativo, e in Parlamento ottenne un vastissimo consenso.
Si può tranquillamente auspicare che un Paese libero come il nostro rinunci al Concordato, proprio
perché la tolleranza del sistema democratico consentirebbe in ogni caso di affrontare senza conflitti le
questioni poste dalla presenza della Chiesa e dalla tradizione popolare cattolica. Un solo punto resta
fuori discussione, non opinabile: l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche è per
adesso regolamentato dal Concordato.
A rispettare le norme sono chiamati in due, alla pari, lo Stato e la Chiesa. Altro che Tevere più largo o
più stretto: se la cattolica non è più «religione di Stato» come pretesero i clericali, non può nemmeno
essere discriminata o sbattuta nel ripostiglio della scuola come vorrebbero i laicisti in servizio
permanente effettivo. Quando Goria e il segretario di stato vaticano Casaroli consolidano in un
comunicato congiunto la «concordante interpretazione sul significato e sulla portata» del Concordato
sembrano tacere su tutto; in realtà, riportano l’ora di religione lontano dalle tentazioni di una guerra di
religione che nei giorni scorsi non hanno risparmiato nessuno, né di qua né di là del Tevere.
Le famiglie, gli studenti, i professori, i presidi hanno assistito a uno scontro fuori della realtà,
artificioso, incatenato alle Istituzioni e così distante da una società laica e pluralista, nella quale la
libertà di religione rappresenta il punto di non ritorno.
È facoltativo frequentare l’ora di religione; obbligatorio rispettarla.
ottobre 1987