1988 maggio 08 Non è un dettaglio
1988 maggio 08 – Non è un dettaglio
Da Parigi a Roma Le Pen europeo…
Jean-Marie Le Pen sarà oggi a roma, a far comizio sui «colli fatali». Lo attende l’Msi, quello di
Almirante e Fini, cioè quello di sempre; lo incalza un’ambizione, la grande destra europea orfana di un
«capo».
Di Mussolini ha detto: «E’ il padre del fascismo che secondo me è una mostruosa deviazione del
socialismo, un progetto totalitario agli antipodi del mio». Almirante è fascista, Fini crede che il
fascismo abbia un futuro, Le Pen non è un fascista in senso stretto: ma sono differenze che contano
poco o nulla. Nei miti e nei tic della destra. Le Pen ha tutto quel che serve, la demagogia, le folle (il
15% dei francesi), le fobie, persino in un santo protettore, la «sua» Giovanna D’Arco. E soprattutto le
idee.
Ha definito un «dettaglio» della seconda guerra mondiale lo sterminio nazista di sei milioni di ebrei;
rivuole la pena di morte; pensa di risolvere il problema degli immigrati ributtandoli «in mare», da dove
sono sbarcati perché allora servivano come il pane alla «granduer» francese delle catene di montaggio
della Peugeot e della Renault o facevano comodo ai parigini per pulire le strade e i cessi della«douce
France».
Le Pen non è un partito, è uno stato d’animo, il malessere della democrazia. Ha preso tanti voti anche
nelle roccaforti comuniste, proletarie, staliniste, dove la tecnologia ha ristrutturato le aziende non la
società. Riguarda la Francia, ma non soltanto. E’ un segno, probabilmente non effimero, perché il suo
non è «il partito della bistecca» o poujadismo di bottegai inferociti con le tasse: Le Pen anima l’ultimo
grande, ottuso qualunquismo di un’Europa che sta mettendosi per sempre insieme nel nome della
ragione.
A Parigi o a Roma, Le Pen non è un «dettaglio».
maggio 1988