1988 maggio 31 Che cosa c’è di politico
1988 maggio 31 – Che cosa c’è di politico
Premiati in due
Le amministrative vanno bene per la coalizione di Governo
Il Psi fa la parte del leone avanzando dovunque mentre la Dc tiene, anzi migliora – Una secca
sconfitta per i comunisti
E’ vero, non era un test politico. Troppe spinte locali, troppi particolarismi, situazioni non omogenee.
Ma quando mai sette milioni di italiani vanno a votare senza un qualche ragionamento politico? Mai. I
partiti lo sanno meglio di noi e hanno già iniziato a «riflettere» politicamente sui risultati.
Alcune linee di tendenza si possono individuare, a cominciare dal calo dei votanti. Il che, se da un lato
ci assimila meglio alle abitudini del resto d’Europa, dall’altro crea sempre una dose di imbarazzo; in
una democrazia di appena quarant’anni, pesantemente condizionata da forze anti-sistema, il timore del
disimpegno popolare non va mai preso alla leggera.
La Dc sta bene in salute e ciò non può che dare una mano a De Mita nel momento in cui il governo
tenta le riforme di un Paese più produttivo che organizzato. La Dc ricupera nei grandi centri; non si fa
saccheggiare come temeva dalle liste civiche; per la prima volta da circa un ventennio non si vede
penalizzata alle elezioni amministrative. Il suo ruolo si aggiorna, nonostante le forti trasformazioni in
atto nella società italiana e il travaglio dei partiti di massa in un Paese avanzato.
Non così il partito comunista, che dimostra ancora una volta di aver esaurito ogni spinta propulsiva.
Nel 1976 contava sul 34,4% del consenso; da allora ha perso, una consultazione dietro l’altra, qualcosa
come dieci punti secchi. Il risultato di ieri conferma un declino che rende la Dc sempre più nettamente
«primo partito» e che, soprattutto, intacca i vecchi equilibri all’interno della sinistra. La forbice tra
comunisti e socialisti si fa sempre più stretta, mentre si radica anche la scelta verde.
Sia pure con gradualità, l’elettorato mostra dinamismo; non è affatto un pachiderma ibernato dalle
semplificazioni. Un’analisi più attenta di alcuni test locali rivelerà probabilmente anche un notevole
ricambio generazionale, e il Veneto si segnala in molti casi per mobilità, un’area di sviluppo che
elabora nuovi assetti, come accadrà forse in Friuli-Venezia Giulia, fra un mese, con un appuntamento
elettorale importante per l’intero Nord-Est.
L’aumento, a volte fragoroso, dei socialisti rafforza ovunque la convinzione, più volte ribadita da
Craxi, che il riformismo post-marxista, quasi una visione mitterrandiana della sinistra, può trovare
spazio a tutto campo, sia in campo comunista che in campo laico. Non era un test politico, ma gli è
toccato di confermare il senso del voto politico dell’87.
maggio 1988