1988 settembre 9 Ho visto quel film

1988 settembre 09 – Ho visto quel film
Tralascio il giudizio estetico, già dato dai critici di professione. Mi limito allo «scandalo».
Ho visto un film religioso.
Non cattolico, ma sacro; non ortodosso, ma spirituale. Il film ha cercato di ridurre il più possibile Gesù
a uomo senza riuscirvi. Per quanto apocrifo, romanzato, «non tratto dai Vangeli» come avvertono i
titoli di presentazione, questo Gesù resta più Dio che uomo e, a dispetto delle tentazioni, si placa alla
fine in Dio. Dio lui stesso.
L’ultima scena del film depone tra gli spettatori il corpo e l’anima di Gesù Dio. Se Scorsese intendeva
dissacrare Cristo, ha fallito. Forse a sua insaputa, l’atmosfera del film è terribilmente cristiana.
Il sanguinoso realismo, le cadute di gusto, il kitsch, i sublimi deliri da «tengo famiglia», le scivolate nel
fumetto non riescono a emarginare il divino. È sempre Dio, anche se non sempre secondo canone, il
solo protagonista di questo film, di cui abbiamo miserabilmente fatto press agent Maddalena.
Miseramente per noi, mondo dell’informazione che si fa usare ruminando tutto insieme un grande bolo
– blasfemo – di Cristo, pubblicità, incassi, religione e marketing.
Ho visto un film che turba, non offende. Dove la fede cammina dal deserto, in un paesaggio
escatologico, incombente, carico di tensione, di presagi, di prodigi e di incubi.
Un film da misurare senza metro, perché il mistero non ha misura. Che non sceneggia il Vangelo,
anche se ne rimane attraversato: questo Gesù, a volte sul punto di farsi piccolo borghese, è un prodotto
letterario ma si lascia riconoscere. Sempre «riconoscibile», aveva detto Pascal.
Un giorno fece scandalo il Gesù di Pasolini, oggi lo si «riconosce». Accade quando la coscienza
cristiana è pigra, ma non arida, e il seme chiede tempo.
Quello di Scorsese è un film forse sbagliato, certamente crocifisso dalla trascendenza. Semmai lo
scandalo profano sta altrove, nell’onnivoro spettacolo di violenza, affari, indifferenza, sadismo,
trivialità, che insidia il più confortevole degli elettrodomestici, telecomandato 24 ore su 24: negli occhi
della gente, spesso una terra di nessuno senza parola non deserto biblico ribollente di voci; consumo
pagano che gela valori, ideologie e fede non dubbio messianico per quanto trasgressivo.
Questo è soltanto un film, made in Usa, da vedere oltre i dogmi o da rifiutare per fedeltà al richiamo
della Chiesa. Nell’uno come nell’altro caso, «Dio non impone il bene»: lo fa lampeggiare, con o senza
catechismo.

settembre 1988