1989 ottobre 4 L’ora della svolta
1989 ottobre 4 – L’ora della svolta
Quando Londra decise di domare e di ripulire il Tamigi, l’Inghilterra si affidò a un’«Autorità» non al
Consiglio comunale della capitale. Quando l’Olanda ammansì il mare e progettò gli sbarramenti di
Rotterdam o sul fiume Schelda, ne fece «il» problema nazionale. Ci sono sfide tanto complesse e
tecnologicamente tutte da inventare che richiedono risposte globali. Cioè dello Stato, che riassuma in sé
le Istituzioni anche locali e che sfrutti le imprese pubbliche o private secondo criterio di competenza,
Non può che essere così anche per proteggere dal mare Venezia e per disinquinare una Laguna che si
offre a 100 Comuni del Veneto. L’efficienza ha regole precise: con la frammentazione i progetti non
camminano e, anzi, si prestano meglio alle infiltrazioni del sottobosco. Nei panni del titolare dei Lavori
Pubblici, convocheremmo il «Comitatone» interministeriale solo e sempre a Venezia perché, anche su
un piano simbolico, si realizzi la fusione fra una Legge Speciale dello Stato, il Consorzio
concessionario dello Stato, il capoluogo della Regione chiamata a disinquinare e una Città che sappia
difendere, non tanto un ruolo d’interdizione passiva, quanto un ruolo di controllo culturale. Qui non si
tratta di strattonarsi l’un l’altro per una porzione di potere in più, ma di rompere gli schemi per
un’opera che esce dagli schemi. E che, attenzione, sentirà addosso il fiato di una verifica a livello
mondiale: chi pone mano a questo habitat sa benissimo che può raccogliere alla fine eterna gratitudine
ma sa con altrettanta chiarezza di esporsi come in nessun altro luogo del pianeta. L’«immagine» di
Venezia ha due volti. Oggi saranno presentati studi che fanno piazza pulita di alcuni luoghi comuni e
delle certezze di qualche parruccone da salotto: ci sono nuovi dati che vanno accompagnati da scelte e
indirizzi non facili. Ma è l’ora della svolta; scordiamoci del passato.
4 ottobre 1989