1991 agosto 22 Il mondo è felice Gorbaciov a Mosca
Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 22/08/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: RUSSIA, URSS
Persone: GORBACIOV MIKHAIL – POLITICO RUSSO
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: IL MONDO È FELICE GORBACIOV A MOSCA. Chi ha ucciso il golpe
di Giorgio Lago
Hai sentito? Sono proprio contento. Debbono essere davvero poche le persone che ieri non si sono
salutate così. Come se un grande evento politico, quasi una brusca eruzione della storia, si fosse di
colpo trasformato in sentimento privato. Con Mikhail Gorbaciov ritornato a Mosca, il mondo è felice.
Ma, attenzione: il nostro mondo, soprattutto l’Occidente, l’opinione pubblica democratica, vale a dire
proprio chi da oltre quarant’anni si è confrontato con l’Urss sul terreno della guerra fredda, della paura,
del sospetto, della diffidenza. Oggi è festa per questo mondo, il solo capace di valutare fino in fondo sia
la perversione del comunismo sia il dramma del popolo sovietico sia la temerarietà di Gorbaciov nello
smantellare settant’anni di Sistema. La resistenza degli apparati a Gorbaciov ha generato il golpe; la
rivoluzione di Gorbaciov ha rovinato i golpisti. I soldati dell’Armata sono oggi più vicini al popolo che
ai generali; il Kgb non è più il garante di un’immensa prigione; il coraggio della stampa diventa un
esempio di massa; in un Paese sconosciuto alla democrazia l’opinione pubblica scopre il voto, i
parlamenti, le piazze, le autonomie, i leaders. I golpisti sono sembrati inetti burocrati anche nella
congiura e nella violenza. Non hanno dimostrato né terribilità di Pechino né l’efficienza dei putsch
militari. Rinunciando al bagno di sangue, hanno certificato più che un provvidenziale scrupolo
umanitario la vera resa finale del comunismo. Ieri fallito come sistema, oggi abortito come
restaurazione. Prima sapevamo che non aveva più futuro, ora che è anche incapace di passato. Con il
golpe, muore infatti l’oscura nostalgia totalitaria. Dal tracollo della Germania Est allo sgretolarsi del
Muro di Berlino fino alla resa dei golpisti di Mosca, tutto può apparire sorprendente nella catarsi del
comunismo se non si ha ben chiaro il grado di repressione esercitato dai regìmi su popoli di
straordinaria civiltà. È a questi popoli che l’Occidente deve guardare con occhi nuovi. La scampata
tragedia di Mosca ci deve spingere ad essere meno calcolatori, meno cinici, più generosi e lungimiranti
con l’Urss. Da soli si sono liberati dei fantasmi; senza tregua aiutiamoli a uscire da una crisi epocale.
******* PEZZO ASSOCIATO AL PRECEDENTE *******
MOSCA – Dopo la sconfitta dei golpisti, Mosca ha atteso ieri con trepidazione l’annunciato ritorno del
Presidente sovietico Mikhail Gorbaciov. La partenza dall’aeroporto di Sinferopoli, in Crimea, era stata
dapprima prevista per la serata di ieri. Ma l’aereo della presidenza che lo doveva riportare a Mosca è
atterrato solo alle 22 locali nell’aeroporto di Foros, presso la sua dacia. E il Presidente dell’Urss è
ripartito per Mosca solo a tarda notte. È quindi saltata anche la conferenza stampa che Gorbaciov
avrebbe dovuto tenere in serata al Cremlino. Al suo posto è stato intervistato dalla tv sovietica
Scebrakov, vice primo ministro subentrato al premier Pavlov (golpista). Gorbaciov, in un colloquio
telefonico con George Bush aveva annunciato il ritorno a Mosca nelle prossime 24 ore». Il Presidente
americano lo ha sentito di ottimo umore. Il leader sovietico ha già firmato un ordine d’arresto per i
membri del disciolto «Comitato di emergenza». A metà pomeriggio erano partiti per la Crimea i
membri del «Consiglio di sicurezza nazionale», Bakatin e Primakov (consigliere economico di
Gorbaciov), il primo ministro russo Silaiev, il vicepresidente russo Rustkoi, il presidente del Soviet
Supremo sovietico Lukianov e il «numero due» del Pcus Ivashko. -in particolare la decisione di
Ivashko e del Comitato centrale del partito di voler parlare con il «segretario generale del Pcus»,
sconfessando i golpisti, è stata un indicatore ieri mattina, del fallimento del golpe. La delegazione dei
«lealisti» e quella dei «golpisti» ieri pomeriggio sono giunte nella villa di Gorbaciov in Crimea per
colloqui (separati) con il numero uno sovietico. Eltsin a Mosca ha frattanto avviato le epurazioni fra i
dirigenti che hanno appoggiato il golpe. Fra i primi ad essere silurati è stato il direttore della televisione
sovietica che aveva imposto la censura ai giornalisti. Ieri sera inoltre si è appreso che truppe speciali
del ministero degli Interni sovietico «Omon» hanno assaltato a Vilnius la sede del Parlamento lituano.
La polizia di guardia ha risposto all’attacco aprendo il fuoco fra la folla che circonda l’edificio
dall’inizio del colpo di stato. Due persone sono rimaste ferite, una in modo grave. L’incidente è rimasto
isolato. Le tre Repubbliche baltiche hanno tratto un forte impulso alle loro rivendicazioni dal tentativo
di golpe: a Riga, in Lettonia, il Parlamento ha votato per l’indipendenza della Repubblica.
agosto 1991