1991 luglio 14 L’ostinazione

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 14/07/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: SERVIZI SEGRETI
Persone: MARTINI FULVIO – AMMIRAGLIO CAPO DEL SISMI, RAMPONI LUIGI –
COMANDANTE GUARDIA DI FINANZA
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: L’OSTINAZIONE. Ramponi faccia sempre di testa sua
di Giorgio Lago

Lo abbiamo riferito ieri in prima pagina. A trent’anni dalla scomparsa del grande statista liberale,
Spadolini ha ricordato a Milano che Luigi Einaudi era animato dalla «fede di un vecchio risparmiatore
che credeva al denaro degli altri come al suo, che si ispirava all’antica massima “Settimo non rubare”».
Una visione nobile del servizio, dello Stato, della responsabilità. Non un vezzo moralistico, bensì il
tentativo di costruire passo dietro passo con l’ostinazione degli onesti. Di recente, Pietro Nonis ci
faceva riflettere su alcuni versi di Giovenale, con i quali il poeta satirico del primo secolo dopo Cristo
denunciava che ogni affare esigeva a Roma la tangente. Un richiamo opportuno per non perdere mai il
contatto con le proporzioni della Storia: non per assolvere ma per capire. E forse, meno
paradossalmente di quanto possa sembrare, Einaudi e più distante dai nostri giorni che da Giovenale.
Dobbiamo infatti fare nuovissimi conti con l’economia già postindustriale delle finanziarie, dei flussi
anonimi di denaro, dei computers, dei fatturati sporchi da riciclare in attività pulite, dei grandi e dei
piccoli appalti. Un fiume di interessi per dominare i quali non basterebbero più né l’ironia di Giovenale
né il rigore di Einaudi; occorrono strumenti mai prima utilizzati, una tecnologia almeno alla pari di
quella messa in campo sia dal crimine organizzato che dai politici più spregiudicati e dalle imprese
senza scrupoli Al convegno dell’altro ieri su criminalità e finanza, il senatore Andreatta ha calcolato in
40 mila miliardi il giro del malaffare; l’UNIONCAMERE nel 12% del prodotto interno lordo! Finché
lo Stato sarà messo in condizione di ottenere più informazioni, è tuttavia vano oltre che arbitrario
quantificare il fenomeno. Ha molto più senso avvertire, come ha fatto lo stesso Andreatta, che oggi
«servono meno fucili e più computers» e che, come ha spiegato il giudice Falcone, «il vero problema è
ora nella saldatura tra criminalità e colletti bianchi». Dove per colletti bianchi s’intende anche
quell’asettico mondo di esperti, tecnici, consulenti, funzionari pronti a vendersi senza guardare a chi e
per che cosa.

Non a caso il generale Luigi Ramponi, proprio il giorno in cui da comandante della Guardia di Finanza
riceveva la nomina a capo del Servizio segreto militare (Sismi), ha criticato la Banca d’Italia per la
resistenza a introdurre una bancadati che, sfruttando anche l’esperienza Usa, sia in grado di individuare
le piste del riciclaggio e i loro terminali di inquinamento.
Ramponi aveva fortemente rilanciato in questi ultimi anni l’investigazione della Guardia di Finanza.
C’è da augurarsi che lo abbiano promosso al Sismi solo per utilizzare la sua fedeltà allo Stato; senza
indebolire la sua iniziativa in corso. Dalle banchedati, i cittadini e gli operatori onesti non avranno nulla
da temere mai.
luglio 1991