1991 luglio 3 Chi ha capito e chi no
Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 03/07/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: JUGOSLAVIA, SLOVENIA, CROAZIA
Persone:
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: CHI HA CAPITO E CHI NO / Golpe militare a Belgrado è guerra con la Slovenia
di Giorgio Lago
Il vecchio potere serbo, militare, comunista non ci sta. Capitale di tutte le ambiguità, Belgrado
ripristina la legge dei cingolati. La più elementare. Ieri a Lubiana, il neopresidente di una Jugoslavia
che on esiste più, Stipe Mesic, si è drammaticamente chiesto: «Come può un croato comandare ai
generali serbi?» L’autodeterminazione di Slovenia e Croazia è un atto di libertà e di democrazia che
cerca l’Europa dopo 70 anni di convivenza coatta e mezzo secolo di comunismo. In nome di
un’«unità» che altro non è se non lo strumento del potere centrale, Belgrado sceglie la repressione e la
guerra. Sa di giocare una partita già persa perché si muove contro la storia della nuova Europa dei
popoli, ma i regìmi che muoiono sono spesso i peggiori. Da molto tempo oramai avevamo capito che
nulla, nemmeno la violenza, avrebbe potuto fermare il cammino di Slovenia e Croazia verso
l’indipendenza; che la logica degli Stati non poteva reprimere un sentimento popolare che affonda le
radici nella notte dei tempi. Prima e meglio di altri lo avevano intuito gli austriaci, i tedeschi, le tre
Regioni italiane del Nordest che in questi anni da Trieste, Venezia e Trento avevano consolidato tenaci
rapporti di cooperazione e autonomia. Ma dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto l’Italia non ha
imparato assolutamente nulla, attestandosi su una politica estera che finiva oggettivamente con il
favorire il centralismo di Belgrado. Abbiamo fatto troppo poco e troppo tardi. A Est, Belgrado
ripristina con la forza un confine del quale ci eravamo quasi dimenticati.
luglio 1991