1992 febbraio 8 Bisaglia. Giallo senza notizia è notizia senza giallo

1992 febbraio 8 – Bisaglia. Giallo senza notizia è notizia senza giallo

Il “giallo” non è più un genere letterario; sta diventando un modo di comunicare. Con un’ultimissima
variante, il giallo del giallo, il giallo senza notizia, la notizia senza giallo, il mistero che genera se
stesso, e ne muore così come era nato.
Ha scritto un saggista francese: “La vera gioia della scrittura sta nella possibilità di sacrificare un
intero capitolo per una sola frase, un’intera frase per una sola parola”. Di certi gialli all’italiana, non
rimane nel giro di poche ore che il suono di una parola consumata. La sintesi suprema della
comunicazione: il nulla.
Gli esempi non si contano più, e tutti noi a correr dietro ai fantasmi perché la Tivvù o il giornale che
trascurasse un solo bidone dell’informazione spazzatura farebbe la figura di aver censurato o, peggio,
di non aver capito. Chi si ferma è guardone.
Giallo dietro giallo. Hanno trafugato i dossier del caso Moro. Macchè, sono sempre rimasti dov’erano.
Hanno fatto sparire le carte processuali relative all’assassinio, negli anni venti da parte dei fascisti, di
don Giovanni Minzoni. Neanche per sogno: è tutto noto, arcinoto, reperibile presso gli archivi.
Si controlli la pista di Gladio per l’uccisone di Pier Paolo Pasolini! Si, pochi giorni fa è uscita anche
questa scaraventando nel ridicolo gli interrogativi che pur conservano dignità storica e, forse, altra
rilevanza.
Adesso è il turno del senatore dc Antonio Bisaglia, al quale il destino ha riservato una doppia
angheria: di morire otto anni fa in mare, che cordialmente odiava; e di annegare oggi in un mare di
allusioni per le labili e postume confessioni del fratello prete, che fortunatamente amava. Due volte
sono troppe anche per un non nuotatore.
A 75 anni il fratello si porta dentro quella morte come un complesso irrisolto e molto umano. Gli pare
ancor oggi impossibile che un uomo forte, di gran potere, leader di corrente, referente di giornali e di
lobby, diventa ricco (“Una casa d’oro – racconta limpido – aveva intesto alla moglie”), abbia potuto
fare una fine così banale. Ed è subito giallo, da omicidio.
Prove? Indizi? Almeno ragionevoli dubbi? Tutte quisquillie da moralisti. A due mesi dalle elezioni
politiche un bel complotto retroattivo può anche servire e, in ogni caso, tira, fa titolo.
Dopo il 5 aprile, di don Bisaglia non resteranno che le preghiere per il senatore. Ma quelle nessuno
le metterà in prima pagina.