1992 luglio 12 Le due speranze
1992 luglio 12 – Le due speranze
I veri uomini di Stato sanno anche promettere “lacrime e sangue”; quando i cittadini si fidano, sanno
capire e accettare. Noi tutti sappiamo oramai con certezza che ci attendono giorni scomodissimi, ma
vorremmo poterci fidare dei governanti.
Amato ha chiesto tre anni di carta bianca. In base a quali credenziali l’opinione pubblica dovrebbe
concedere i pieni poteri al ministro delle Finanze Goria?
Hanno tutti una fretta boia, e in effetti non c’è un minuto da perdere nel porre mano sia alle misure
economiche che alle riforme politiche. Sennonchè ci troviamo in tali condizioni proprio perché questa
classe politica ha buttato via intere legislature all’insegna dell’immobilismo e dei predoni pubblici.
Il dramma sta tutto qua. Siamo in ritardo per colpa degli stessi che oggi, in nome dell’urgenza,
pretenderebbero cambiali in bianco. E si presentano come neo-riformatori proprio i più cinici
conservatori del sistema.
Sono sempre gli stessi. Quelli che ieri bollavano lo sfascismo e che oggi scoprono che siamo sull’orlo
del baratro, anzi già dentro. Da questo è spaventata la gente: non si sente più garantita; dubita
radicalmente delle autoriforme della partitocrazia soprattutto quando sono il frutto tardivo delle
manette e della protesta di massa.
Manca ancora il grande gesto. Quella prova di dignità politica in grado di spezzare il circuito
dell’inganno collettivo.
“Se Craxi avesse chiesto perdono, sarebbe stato fischiato ma anche assolto”. Il prete socialista Gianni
Baget Bozzo a capito una cosa fondamentale: è difficilissimo succeder a sè stessi.
Ciò vale per Craxi e per l’intera casta delle segreterie. Fondata sul centralismo di partito, sul
finanziamento occulto, sulle campagne elettorali da sceicchi, sul professionismo della politica, sui
tesseramenti truccati.
Chi ha degenerato la vitale funzione dei partiti, pretende di riverniciarli senza nemmeno pagare il
prezzo della responsabilità. Chi ha favorito governi deboli, reclama ora poteri forti e pluriennali.
O uomini nuovi conquisteranno dalla base i partiti o nuovi partiti sostituiranno i vecchi. Fuori di
queste due speranze, la crisi peggiorerà.