1992 maggio 24 Il suo corpo a Montecitorio

1992 maggio 24 – Il suo corpo a Montecitorio

Ma che cosa si può scrivere in momenti come questo? Vien voglia di piangere, e basta, Come uomini,
come cittadini.
Giovanni Falcone era lo Stato, gli dava volto. La mafia non gli ha mai perdonato l’imperturbabile
pazienza investigativa. Era l’archivio vivente dell’anti-crimine; quel suo sorriso nascondeva la
speranza che si può. Si può restaurare il dominio della legge nonostante decenni di connivenze a tutti
i livelli.
Per anni, Falcone ha vissuto segregato, senza nemmeno un barlume di vita privata. La mafia aveva
già tentato di eliminarlo perché sicura di seppellire con lui la competenza, il servizio, la passione
civile. Nessuno meglio della mafia sa che il pericolo viene dal lavoro di uomini come Falcone, non
da qualche spettacolare retata di picciotti senza storia.
A Falcone non sono bastate né l’auto blindata né la scorta. In circostanze come questa si avverte la
paurosa sproporzione di forze. Da una parte la criminalità che domina il territorio e dispone di
informazioni precise sui movimenti dei suoi nemici giurati; dall’altra investigatori a rischio, mai
sicuri di nulla, pronti a rimetterci la pelle per un Paese che dedica loro un millesimo del dovuto.
Hanno massacrato con la sua scorta un altro giudice, in questa Italia che da Palermo a Milano si affida
ai magistrati non confidando più in gran parte del ceto politico. Hanno fatto fuori un giudice siciliano,
facendo con il sangue memoria di una Sicilia che non si piega tutta all’omertà e che vive una sfida
molto vicina all’eroismo.
Qualcuno verrà a dirci ora che i collegamenti sono una nostra perversione giornalistica; che Falcone
non c’entra nulla con quanto accaduto a Montecitorio in questi giorni; che bisogna saper separare i
fatti dalle emozioni. No, noi ci rifiutiamo di frammentare la realtà proprio in un momento in cui
l’Italia si gioca tanto la qualità della Repubblica quanto la sicurezza della democrazia.
La mafia non aspetta, non si astiene, non vota scheda bianca, non rinvia. La criminalità organizzata è
il problema, il primo all’ordine del giorno mentre un’Europa sempre più diffidente ci attende
all’appuntamento.
Il corpo di Giovanni Falcone andrebbe esposto nell’aula di Montecitorio. Terribile monito a quanti
giocano la partita del potere senza anima; estremo richiamo a quanti sentono che bisogna trovare il
coraggio di liquidare un sistema senza reputazione.