1992 marzo 31 Chi non vota…
1992 marzo 31 – Chi non vota…
Nessun Paese al mondo ha il monopolio delle cose buone o cattive. Bisogna saper guardare senza
orgogliosa autosufficienza ma anche senza complessi di inferiorità.
Una scopiazzatura in particolare oggi gli italiani non si possono proprio permettere: il grande
astensionismo dal voto. Più si sviluppano, più le democrazie occidentali – Usa in testa – disertano le
elezioni: forse una prova paradossale di stabilità. Non è questo il caso dell’Italia.
Stiamo anzi vivendo la fase esattamente contraria: la nascita, tutt’altro che indolore, di un nuovo
sistema per ricuperare la fiducia dell’uomo della strada e l’efficienza dei governi. Sembra quasi uno
sfottò alla storia: al minimo della credibilità fra Stato e cittadini siamo chiamati al massimo della
partecipazione. Senza scorciatoie.
Chi intende influenzare anche il suo futuro non ha a disposizione che la strada del voto. Sia in politica
che in economia, il 5 aprile non è una data come tante. Soprattutto puntando all’Europa, dobbiamo
rendere competitive tanto le Istituzioni quanto le imprese: le prime non funzionano più; le seconde
fanno sempre più fatica a esportare, sotto il peso dei disservizi, dell’inflazione e del deficit.
Chi non sa scegliere votando, non ha il diritto morale di pretendere che altri scelgano bene per lui.