1993 gennaio 28 Psi. Craxi nel bunker
1993 gennaio 28 – Psi. Craxi nel bunker
Al confronto impallidisce anche il ricordo del ministro della propaganda del Terzo Reich, dott.
Goebbels, asserragliato nel bunker di Berlino.
Portavoce della segreteria del Psi, Ugo Intini, ha dichiarato ieri che “il clima nel partito è buono” e
ha aggiunto che “mai nella storia dell’Italia, un partito è stato sottoposto a una tale violenza
polemica”.
La tesi del complotto anti-socialista, quando è assodato che i più accaniti sabotatori del Psi lavorano
a tempo pieno in via del Corso, alla sede centrale del partito.
Ha scritto di suo pugno Gino Giugni, senatore e onest’uomo socialista: “Se il Psi è condannato ad
una prossima estinzione o a continuare in una grama vita vegetativa, tutto ciò è in grande misura
imputabile all’istinto suicida del proprio gruppo dirigente.”.
Un infame anche Giugni? E un membro dell’esecutivo della federazione autonoma del Psi di Bolzano
invia ora una nota alla direzione nazionale per dire che il vertice e la stessa imminente assemblea non
rappresentano più la base socialista.
La direzione, l’assemblea, la base…ecco il punto. Possibile che un grande partito storico non riesca
a mettere in campo una reazione spontanea, un gesto di rivolta, un momento di indignazione?
Possibile che non ci siano in Italia cento giovani socialisti disposti a occupare la sede romana del Psi,
per dire che la politica deve ricominciare partendo dalla passione civile?
A questo punto, è pura ipocrisia o viltà scaricare la paralisi del Psi su Craxi: Craxi almeno incarna il
dramma del potere, mai banale in politica. Impressionano per pochezza gli orfani di quel potere, i
clan della “trattativa”, parlamentari che non saranno più eletti e che tuttavia sono incapaci persino di
un generoso congedo.
Che aspetta la base?