1993 gennaio 31 Ci siamo finalmente

1993 gennaio 31 – Ci siamo finalmente

Mille, duemila, tremila inquisiti; qualche centinaio di arrestati. Allora, dove starebbe la tragedia? Per
il regime è la fine, per la democrazia una manna piovuta dal cielo prima di nuove elezioni.
Con il cambio della guardia tra Bush e Clinton, novecento alti funzionari dell’amministrazione
americana hanno dovuto cambiare mestiere dalla mattina alla sera. Noi non abbiamo mai avuto né
ricambio di potere né riforme né un De Gaulle ri-Costituente della Repubblica. Tra le tante disgrazie
regalateci dal comunismo, spicca l’assenza di alternative al monopolio della Dc & del Psi.
La quinta/sesta potenza economica al mondo, un Paese di 57 milioni di abitanti, un Italia che nel solo
Veneto mette in campo mezzo milione di aziende d’ogni tipo, perché dovrebbe preoccuparsi tanto se
il sistema più parassitario d’Europa viene messo finalmente nelle condizioni di non nuocere a colpi
d’inchiesta giudiziarie, di referendum e di voti popolari?
Chi ha di questi tremori, si tolga di mezzo, non sono tempi per le viole mammole. Dal punto di vista
umano e civile, non c’è nulla che possa entusiasmare più della nascita o della rinascita di una
democrazia: ma ci vuole coraggio, voglia di vivere, un pelo di gratuità, un’oncia di disinteresse.
Se i giovani, che abbiamo allevato a colpi di rampantismo e di spazzatura, prendessero la cotta –
almeno un flirt – per la politica. Se le donne si convincessero che questa è la loro stagione e che il
diritto alla politica fonda tutti gli altri.
Craxi non è il solo, naturalmente, ma risulta insuperabile quale prototipo del sistema, da libri di testo.
Forse perché Craxi ha celebrato l’avvento del pragmatismo sulla fine delle ideologie: e quel
pragmatismo, di per sé innocuo anzi utile, ha concusso l’idea stessa della cosa pubblica. Forse perché,
stritolato tra le storiche ipocrisie della chiesa comunista e della chiesa democristiana, ha pensato che
fosse giunto il momento di abbandonare ogni scrupolo, pane al pane e tangente alla tangente.
Nelle deposizioni incrociate di due fiancheggiatori socialisti, rese ai giudici milanesi, si legge un
passaggio agghiacciante. Quando l’ex ministro per l’ambiente Giorgio Ruffolo, l’intellettuale della
sinistra del Psi, racconta loro delle “lamentele” e della “meraviglia” di Craxi perché, dopo due anni
di permanenza al ministero, “non avevamo portato niente al partito”! Da qui il sospetto diffamatorio
che “il ministro Ruffolo ne approfittasse per prendere le tangenti in proprio”.
Ma ci rendiamo conto di quale rapporto s’instaura tra un partito padrone e un ministro della
Repubblica? Vogliamo capire una volta per tutte che lo Stato, noi, gli elettori, i contribuenti, è stato
ridotto a fantasma?
Questo è un vero e proprio crimine contro la democrazia, un golpe di potentati. A nostro parere,
potrebbe scattare prima o poi l’accusa di associazione per delinquere, a meno che non si ritenga che
a norma di codice sia socialmente più pericolosa l’illegalità di tanti poveri cristi che non di rado
delinquono anche perché non sanno di che altro campare.
Su un punto i socialisti hanno ragione da vendere. Quando, come ha fatto l’on. Lello Lagorio,
denunciano “l’apatia di altri partiti di fronte allo sconquasso del sistema”. Si potrebbe obbiettare che,
finché i Craxi e i De Michelis restano al loro posto, gli altri sono legittimati a coccolarsi il povero
Citaristi come fa la Dc o a limitarsi a sbandierare un po’ meno il partito degli onesti come sta facendo
La Malfa dopo sinistri avvisi e segnali a uomini del giro repubblicano. Ma non è questo il punto: resta
il fatto che questi partiti sono finiti e, quel che è peggio, non lo sanno e insistono a fare i furbi.
Inutile piagnucolare quando si può agire in profondità. Se anche cadesse il governo, Scalfaro faccia
un governo di tecnici. In fondo, già Amato funziona come un tecnico, sospeso nel vuoto politico,
appoggiato da una maggioranza soltanto nominale, quasi liberato dai vincoli di partiti perché Dc e
Psi che lo sostengono sono partiti in liquidazione, non da riformare ma da rifondare al 100%.
Sentiamo già le geremiade: non sarà facile. E quale imbecille può mai immaginare che un sistema
sputtanato per sempre tolga il disturbo tra minuetti e stelle filanti? Al Sud la mafia, al Nord le tangenti,
a Roma tutto: cominciamo dal centro del Palazzo, il resto verrà a cascata.

Un effetto domino per ritrovare il gusto della democrazia. Il bello del dramma, finalmente.