1993 gennaio 4 Craxi: “Ma io non c’entro nulla”

1993 gennaio 4 – Craxi ma io non c’entro nulla

Bettino Craxi, lunga autodifesa. “L’inchiesta contro di me è inquinata, non c’è una prova. Perfino un
mio discorso in Parlamento è usato contro di me. Le accuse riguardano competenze e poteri del tutto
estranei a quelle del segretario del Psi. E’una campagna politica contro di me”.
Finalmente una buona notizia per il Psi. Sostituire Bettino Craxi alla segreteria sarà un gioco da
ragazzi; la sua uscita di scena non provocherà alcun vuoto. Ciò per una ragione molto semplice: Craxi
non conta e non ha contato mai nulla! A via del Corso, aveva meno potere dell’usciere.
E’questa la conclusione che si ricava da quaranta minuti di minuziosa risposta alle contestazioni delle
accuse dei magistrati di “Mani Pulite”. L’equivalente di una raffica di “non so”, di “non conosco” e
di “non dipendeva da me” che resterà, questa sì, negli annali della Repubblica. Al confronto, anche
Giulio Andreotti impallidisce nell’arte del disincanto.
Responsabilità? Quelle dello statuto. Che dice lo statuto? Che i conti li teneva il segretario
amministrativo Vincenzo Balzamo, deceduto. Chi lo aveva nominato? La direzione del partito. E
come funzionavano le cose tra il segretario politico e il povero Balzamo? In base a un atto notarile.
Così ha risposto testualmente Craxi, che ha poi continuato. La metropolitana di Milano, sua città
feudo? Mai saputo nulla. Le nomine agli amici? Una fu patrocinata da Giusi La Ganga, una dalla
Federazione Psi di Milano, mai dal segretario politico. I testimoni del suo stesso partito? Frutto di
“cannibalismo”. Le amicizie compromettenti? L’amicizia non è “uno stato di simbiosi”.
Diventa difficile immaginare di che cosa si sia occupato Craxi da 16 anni a questa parte: a sentir lui,
era tagliato fuori da quasi tutto, a cominciare dai finanziamenti. Altro che leader! Evidentemente, si
trattava di propaganda o di scena, buone per gli stivali disegnati da Giorgio Foratini.
Si ritiene un perseguitato Craxi. Ma i soli perseguitati sono gli italiani. E’la verità. Perciò, più che
mai, benvenuti i referendum. Siamo già pronti.