1993 giugno 15 I forzati del passato remoto

1993 giugno 15 – I forzati del passato remoto

Un altro record a Venezia. Nella città ex-laboratorio di politica, tiene duro il consiglio comunale
meno rappresentativo del Nordest.

A Venezia il ballottaggio avviene da settimane tra il vecchio e il vecchio, come se il 5 aprile ’92 e il
6 giugno ’93 non avessero detto niente a nessuno. A questo consiglio appartiene ad esempio Gianni
De Michelis, simbolo di una stagione rimossa e di un partito che conta in quell’aula su undici
esponenti che mai saranno confermati al prossimo appuntamento elettorale. Ma al passato remoto
non appartiene beninteso il solo Psi. Tutto è in movimento, a cominciare dal Veneto, dove la
rappresentanza non sarà più la stessa: può Venezia attardarsi senza più contatto con la sua opinione
pubblica?

Al labirinto non si sottrae niente e nessuno; il rito sommerge il realismo. Così può accadere che il
filosofo Massimo Cacciari, dopo aver denunciato con veemenza la delegittimazione del consiglio, si
accanisca poi per l’elezione a sindaco dell’europarlamentare De Piccoli.

Cacciari non è iscritto al Pds, incarna il profetico dissacratore della vecchia forma-partito; di questa
forma-partito, proprio De Piccoli porta l’eredità. Da qui la caccia estenuante, ancora ieri, al
trentunesimo voto nel nome di una maggioranza senza futuro. Esattamente come ogni altra presunta
maggioranza.

Venezia ha all’orizzonte in autunno il referendum per separare in due realtà comunali la città
insulare da Mestre. L’eventuale, storica separazione – omologata dalla regione Veneto – sarà
laboriosa, delicata, tutt’altro che semplice anche dal punto di vista dei finanziamenti da spartire.

Sotto ogni profilo, costi elettorali compresi, sarebbe ideale un voto cumulativo, nello stesso giorno,
referendario e amministrativo. In ogni caso, soltanto un consiglio comunale rinnovato secondo le
regole del 6 giugno avrà titolo per governare o per guidare la transizione verso i due comuni nel
1995.

Sarà retorico, ma non troviamo nulla di meglio dell’appello alla responsabilità. Oggi, subito.