1993 giugno 27 Palla al centro
1993 giugno 27 – Palla al centro
Il centro sta diventando un corpo a corpo, tanto è affollato. Allora, i resti della Dc pare vogliano
chiamarsi Centro con la C maiuscola, come per dire che c’è centro e centro. Quello doc sarebbe
soltanto il post-democristiano; tutti gli altri o adulterati o tagliati all’ultimo momento.
La definiscono di destra, ma al centro ci sta già da un pezzo la Lega Nord che – a cominciare dalla
Lombardia e dal Nordest – mette assieme ceti popolari, categorie produttive piccole e medie, forze
emergenti che si incontrano nella contestazione allo Stato del disservizio e del centralismo. La Lega
ha anche superato la questione cattolica semplicemente non ponendosela: in un Paese dove i
cattolici praticanti non arrivano al 30% della popolazione, l’unità “politica” dei cattolici era una
non-questione soprattutto dopo la caduta del muro comunista.
Anche se non lo dirà mai in un comunicato ufficiale, lo stesso Pds viaggia a cento all’ora verso il
centro. O, meglio, lo ha raggiunto con le avanguardie. L’esempio del sindaco di Torino è storico: il
candidato del Pds e dei Verdi diventa il sindaco di Mario Segni, di Norberto Bobbio, di Agnelli e di
una radicata cultura insieme progressista e moderata.
Pochi se ne sono accorti, ma il Pds non è più lo stesso. Perde lo zoccolo duro dei comunisti a
sinistra (a vantaggio di Rifondazione) e raccoglie nel vuoto socialista (abbandonato dal Pasi).
Dimostra notevole flessibilità nel promuovere alleanze e nel puntare sulla personalizzazione del
voto, cioè le novità che portano al sistema uninominale.
Al Pds hanno fatto bene la scissione di Rifondazione e l’uscita di Ingrao, la scelta referendaria e il
dialogo con Segni. Tiene elettoralmente perché lascio il Pci e perché non è più comunista ma
nemmeno post-comunista: la sua vera uscita dall’ideologia la sta celebrando soltanto ora, alleandosi
al centro per contenderlo alla Lega prima dei flagellanti di Martinazzoli.
Per difendere un suo ultimo spazio vitale, il partito storicamente di maggioranza deve appellarsi ora
alla minoranza cattolica e al Sud. Qui si decide il destino della Dc.