1993 luglio 30 Altro che alieno
1993 luglio 30 – Altro che alieno
Ha ragione il giudice Casson quando sostiene che i servizi segreti andrebbero eliminati. Ma se c’è
un capitolo nel quale potrebbero esercitarsi con vantaggio di tutti è proprio quello dello stragismo
senza volto e naturalmente impunito.
L’identikit decisivo si costruisce sulla pista degli esplosivi, delle armi, del reclutamento, delle
coperture. Sennonché proprio i servizi italiani seguono un andamento ciclico: o deviano o si
sfasciano. Alla fine non si capisce mai per chi lavorano e in quali nicchie si celano, come dimostrò
la loro iscrizione in massa alla banda della P2.
Il risultato è paradossale per la democrazia. I servizi segreti non svelano segreti, li fabbricano a
speso dello Stato che dovrebbero tutelare dalle trame esterne e interne. Troppo spesso andò così,
tant’è che nessuno si fida più nemmeno quando fanno il lavoro pulito.
Sbattiamo ogni volta il muso contro uno Stato senza qualità. “Siamo deboli perché non funziona la
nostra amministrazione”: vi chiederete chi l’ha detto. Bossi no, sono parole di Mancino, ministro
degli Interni, dicastero da mezzo secolo monopolio della Dc.
Il sistema parla dei suoi disastri come dipendessero dagli extraterrestri. Richiesto di dire la sua sul
terrorismo delle bombe, Martinazzoli lo ha definito “un alieno”, insomma un qualcosa di estraneo,
di cui si ignora la provenienza.
Camminiamo sulle sabbia mobili, d’accordissimo. Con una differenza, tutta a nostro svantaggio. In
altri Paesi il terrorismo pesta duro, ma prima o poi dichiara le generalità o viene identificato. Così in
Spagna, Inghilterra, Germania, per non parlare della Francia ai tempi dell’Algeria.
In Italia mai. Siamo il solo Paese nel quale scoppiano bombe per sempre anonime, bombe stragiste,
bombe a casaccio, bombe artistiche. Bombe mute, che lasciano parlare gli altri. Non facendosi
seriamente rivendicare, lasciano che a rivendicarle siano i presunti bersagli. Chissà, forse
l’obbiettivo è proprio questo, di giocare sulle nevrosi di democrazia. Un terrorismo per niente
rozzo, semmai con un tocco di intellettualismo che perverte la logica di noi comuni mortali.
Si può ricavarne tutto e il contrario. Ciampi può ritenere che destinatario sia il suo governo. Le
Istituzioni denunciano la minaccia di “destabilizzazione” mentre se c’è in Italia qualcosa che – con
la miracolosa eccezione del Quirinale – non ha più niente di “stabile” sono precisamente le
Istituzioni.
Mancino e Parisi hanno il pallino del narcotraffico, anche se si guardano bene dal precisare in base
a quali indizi. Che il narcotraffico possa dare una mano per eliminare Falcone o Borsellino, ha un
senso. Che perda tempo con i quadri di Raffaello o con gli affreschi in Laterano, peraltro senza
annunciarlo a nessuno, resta il mistero dei misteri.
Teniamo i piedi per terra. Guardiamo alla fogna che esce da Mani pulite. Facciamo la conta del
denaro illegale che il regime ha tenuto in tasca per i suoi affari. Esploriamo come non mai la
giungla di uno Stato decrepito. Forse ne verremo a capo, dimostrando che l’unica Istituzione in
pericolo, da destabilizzare, è questa Italia allo stato nascente. La vogliono morta, questo è il punto.