1993 maggio 17 È la fine di tutti i diversi
1993 maggio 17 – E’ la fine di tutti i diversi
De Benedetti come Agnelli e Romiti. Aveva mentito la Fiat, ha mentito l’Olivetti. Non era facile dire
subito la verità, ma sarebbe stato un gesto storico oltre che conveniente.
Il capitalismo dei salotti buoni non ha mai collaborato. Si è presentato “spontaneamente” (quanta
eleganza!) quando i magistrati di Mani Pulite avevano scoperto già tutto.
I politici hanno incassato le tangenti e raccontano menzogne, rinunciando a confessare in un estremo
slancio di nobiltà. I capitani d’industria hanno fatto anche peggio: invece di spiegare per tempo come
quel sistema avesse depravato il mercato delle opere pubbliche e la libera concorrenza tra imprese,
hanno tentato di occultarlo pur avendo pagato!
Soltanto quindici giorni fa De Benedetti aveva garantito agli azionisti che “l’Olivetti non ha mai
corrisposto finanziamenti a partiti o ad entità ad essi collegate”. Nemmeno la pesante condanna per
bancarotta fraudolenta in relazione al crack del Banco Ambrosiano, ha consigliato coraggio
all’ingegnere di Ivrea.
Senza la tempesta di avvisi di garanzia e senza il rigore della carcerazione preventiva, l’ipocrisia e
l’omertà in guanti bianchi avrebbero regnato ancora sovrane. La fine del regime è anche una tragedia
delle grandi occasioni perdute. Personali e di bandiera.
Tra i meriti incommensurabili di Mani Pulite emerge la legge finalmente uguale per tutti: i poteri forti
– tanto politici quanto economici – affrontati con lo stesso metro. Meglio tutti deboli per equità che
forti per privilegio.
C’è in giro tanta voglia di ghigliottina, protestano alcuni osservatori. Le cose non stanno così;
piuttosto, l’opinione pubblica sente che non esistono più partiti o uomini “diversi” di fronte alle
inchieste. Il lungo ritardo di giustizia sta ricuperando sul passato.
George Soros, speculatore di fama internazionale, definito “il re Mida della finanza inglese”, ha
riabilitato l’Italia invitando ad investire sul nostro Paese. Forse, ha capito che tra bombe e bugie, tra
sfascio e malgoverno, la specialità degli italiani consiste nel sopravvivere a qualunque errore.