1993 marzo 16 Sì. Tutti affermano di voler ricostruire
1993 marzo 16 – Sì
Tutti affermano di voler ricostruire, superando la fase dello sfascio. Bene, fra un mese avremo una
prima, buona occasione per farlo: partecipando ai referendum e rispondendo «Sì» alla proposta
elettorale di Mario Segni. A scanso di equivoci, vogliamo essere sinceri fino in fondo. Per formazione
culturale noi ci confessiamo proporzionalisti. Abbiamo sempre immaginato che il meglio della
democrazia consista nel rappresentare, proporzionalmente appunto, tutte le forze in campo, comprese le
minoranze, anche quelle ricche di tradizione e povere nei numeri. Ma oggi serve ben altro. L’Italia
chiede di imparare ad aggregarci, a mitigare la frammentazione, a puntare sull’efficienza della
democrazia più che sulla sua rappresentanza aritmetica. Questo sarà il vero significato del «Sì» al
sistema maggioritario. Non esistono leggi elettorali buone per ogni stagione. In politica, i sistemi
evolvono ponendo problemi sempre nuovi. L’Italia ha mandato in frantumi in Parlamento il consenso
popolare: dopo quasi mezzo secolo di proporzionale, è utile aggiornarsi. Oltretutto, la partitocrazia ha
sfruttato i lati peggiori del sistema proporzionale. Più generava partiti, correnti, sottocorrenti, gruppi,
apparati, leader, notabili e portaborse, più ritagliava spazi e nicchie sui quali vivere di rendita. Quando
si parla di lottizzazione o di spartizione, s’intende precisamente il dosaggio dello Stato in termini
«proporzionali». Dove conta l’uso non il servizio, la sua occupazione non la responsabilità. In sé, il
sistema proporzionale non nasce né giusto né sbagliato. Il fatto è che abbiamo tutti sotto gli occhi la sua
degenerazione. I cosiddetti «costi della politica» – eufemismo per definire l’illegalità – sono diventati
esorbitanti anche perché dispersi in mille rivoli. Forse non ha tutti i torti l’ex portavoce di Forlani,
Carra, quando sostiene che c’è persino più corruzione in periferia. Certuni, per attaccare il sistema
maggioritario, fanno balenare potentati, lobby, campagne elettorali costosissime. È incredibile che si
possano utilizzare argomenti di questo tipo, quando il sistema che si vorrebbe perpetuare ha prodotto
proprio la casta degli affaristi della politica! Un ceto che ha falsato anche il consenso popolare
deviando montagne di denaro pubblico. Il 18 aprile si protesta scegliendo. Tocca ai cittadini guarire il
sistema.
16 marzo 1993