1994 aprile 10 Cambiare si può, si deve
1994 aprile 10 – Cambiare si può, si deve
La nazione è una cosa, lo Stato tutt’altra. La Germania resterà sempre Germania anche se, sul piano
istituzionale, si definisce: «Repubblica federale tedesca». L’Italia sarà sempre tale anche se, in ipotesi,
decidesse di evolversi da «Repubblica italiana» in «Repubblica federale italiana» o in «Unione». Che
cosa c’entri l’abbandono del nome Italia con la revisione della forma dello Stato, Dio solo lo sa. La
Repubblica è figlia del referendum popolare del 1946 e dell’assemblea costituente. Nessuna costituzione
nasce per l’eternità; tutte prevedono meccanismi di adattamento ai tempi. Ciò che conta è il rispetto delle
regole di democrazia, a cominciare dalla ratifica popolare attraverso un referendum. Il nostro Stato non
funziona, ha il motore in panne. Il sistema politico ha fra l’altro distrutto e inquinato il decentramento in
Regioni. Le ha fatte «tardi e male», come sintetizza il costituzionalista Paolo Barile. Quattro anni fa
persino l’on. De Mita parlò di «putrefazione del sistema politico democratico». Come poteva un sistema
di tale livello risparmiare uno Stato già per vocazione centralista e quindi destinato all’inefficienza?
Inascoltato a sinistra, il sindaco di Venezia Cacciari insiste da tempo sul federalismo, anche se mai tentato
da forme più o meno occulte di secessione. Chiunque guardi alla realtà non può evitare l’impatto con la
riforma dello Stato. Ma la sinistra, mai stanca di perdere tutti gli appuntamenti con la storia, preferisce
tuffarsi ancora una volta nella panna montata della propaganda. La segreteria del Pds ha dichiarato «il
massimo allarme», la Cgil si mobilita nel nome dell’antifascismo. Prima o poi, siatene certi, spunterà un
qualche manifesto degli intellettuali per denunciare il colpo di stato di Berlusconi: la Destra ripudia il
nome Italia perché l’ha consegnato a Forza Italia… Fare il governo è difficile ma lo sarà ancora di più
inventare un’opposizione che finalmente impari a fare opposizione da forza di futuro governo.
10 aprile 1994