1995 gennaio 7 I comunisti sono tutti tra noi
1995 gennaio 7 – I comunisti sono tutti tra noi
Solo Confucio potrebbe spiegare come la Cina riesca ad essere politicamente comunista ed
economicamente liberista. Sta di fatto che, nell’immaginario d’Occidente, quel miliardo e passa di
comunisti sembra non significare più nulla: il comunismo reale è finito con Gorbaciov. Punto.
Per trovare un pò di comunismo doc, resta Cuba. Oggi più citata che mai quando si intende per
comunismo quella roba che non esiste più, il “dio che è fallito”, un Jurassic Park dell’ideologia.
Ma, attenzione, in soccorso di Cuba giunge inaspettatamente l’Italia di fine millennio. Fatta
l’eccezione archeologica di Cuba, i comunisti sembrano tutti tra noi, qui, nel 1995 come nel 1948.
“Ieri sarà quel che domani è stato”, ripeterebbe lo scrittore tedesco Gunter Grass per dire che tutte le
storie si confondono nel tempo.
Giochi a parte, le cose stanno così. Che si voti prestissimo o fra un anno, cambia poco: veri
protagonisti della campagna elettorale saranno i “comunisti”. Post, ex o neo, ma “comunisti”:
crollato il Muro, teniamo in piedi loro, frammenti di Muro in carne e ossa,
Parleremo di comunisti, mai di programmi. Nei comizi, useremo i verbi al passato remoto: presente
e futuro saranno abrogati dalle tribune elettorali.
Berlusconi intende salvare l’Italia dai comunisti. Se Buttiglione, consigliere del Papa, guarda a
sinistra, diventa traditore dei cattolici, Se Bossi abiura un’alleanza, torna ad essere il comunista che
era da ragazzo. Se D’Alema invoca il Centro, il trucco è comunista.
I comunisti non abitano a Rifondazione City; hanno residenza ovunque, tra leghisti, cattolici,
socialisti, liberali, laici. Sono oramai come gli extracomunitari; più clandestini che in regola.
Questo il clima. Tanta ideologia, vecchiume, strumentalizzazione.
Ma, anche, una verità grande come una montagna: la sinistra ha ancora il morto in casa. Ha fatto la
riforma, non la sua rivoluzione. Doveva correre, ha camminato.
Se mezza Italia la sente ancora “comunista” alla cubana, la sinistra deve accusare se stessa. Assai
prima di Berlusconi.