1995 giugno 15 Un mondo visto come discarica
1995 giugno 15 – Un mondo visto come discarica
Guardate le foto accanto. Il mondo potrebbe anche finire così, in un ultimo cerchio di fuoco che
nemmeno Dante poteva premonire.
E’ un’esplosione francese del 1971 tra gli atolli del Pacifico meridionale, zona che i naturalisti
definiscono “un paradiso”. Qui Chirac desidera che si ricominci con 8 test nucleari, da settembre a
maggio dell’anno prossimo, a colpi di megatoni, da far bollire l’oceano.
Non siamo nati ieri e un po’ di cose le sappiamo. Ad esempio, che la Francia ama la Grandeur; che
il capo dello Stato francese ha a cuore la sua “sicurezza nazionale”; che gli esperti militari di Parigi
ritengono essenziale riprendere gli esperimenti; che altri esperti sono pronti a mettere per iscritto
che non ci sarà il minimo danno ecologico.
Le buone ragioni sono in genere più a buon mercato, soprattutto in politica. Esiste sempre e a
portata di mano un esperto pronto a giustificare la ragion di Stato, anche la più falsa.
Non siamo nati ieri e un po’ di cose le sappiamo. Pur tuttavia, la decisione di Chirac ci coglie di
sorpresa, ributta di colpo all’indietro.
E’brutta per la Francia della Ragione, brutta per l’Europa del dopo-Muro, brutta in sé, anti-estetica,
rozza. Sa di scoria coloniale, di un mondo visto come discarica abusiva.
Si va a fare in casa sua ciò che non si vorrebbe mai ospitare in casa propria. Una violenza doppia,
fatta per sperimentare contro l’ambiente ciò che potrà un giorno servire contro gli uomini, senza
rendersi conto che l’ambiente è già uomo, donna, figli, generazioni, vita, essenza del vivere,
domani, futuro, rispetto, non poesia ma interesse culturale ma proprio interesse primordiale di
sopravvivenza, investimento, civiltà, risorsa.
Forse si poteva capire con la guerra fredda e il mondo diviso in due arsenali. Non ora. Mentre a
Ginevra si tratta per eliminare tutti gli esperimenti nucleari e mentre l’Occidente chiede ai Paesi
emergenti di non far proliferare la Bomba.
Europa senz’anima. Spero che i giovani francesi blocchino i test, con ogni mezzo. Non violento, ma
inflessibile.