1995 novembre 27 L’idea avanza ma la Lega si defila
1995 novembre 27 – L’idea avanza ma la Lega si defila
Sul fatto che l’indipendentismo non c’entri nulla con il federalismo e che, semmai, rappresenti la sua
sconfitta prima ancora di tentare di vincere la battaglia per la riforma dello Stato, ero stato nei giorni
scorsi facilissimo profeta. Non immaginavo tuttavia di trovare nella Pivetti e in Bossi un riscontro
tanto puntuale sui due temi.
La Pivetti. In un’importante intervista a Gian Antonio Stella, sul ”Corriere”, il presidente della
Camera ha ieri tagliato corto: “Non credo che l’indipendentismo c’entri con il federalismo. La
malattia infantile del federalismo è l’indipendentismo”. Appunto.
Bossi a Pontida: “In questa fase storica il pensare di raggiungere lo Stato federalista è una pia
illusione”. Una resa senza condizioni proprio nel momento in cui anche lo “statalista” Fini ammette
senza perifrasi che allo Stato dovranno restare soltanto esercito, politica estera, giustizia, moneta,
scuola.
Come dire che, in Bossi, la disillusione per il federalismo coincide esattamente con la conquista
di…adesioni sconosciute in mezzo secolo di storia repubblicana! C’è qualcosa che non funziona.
In prima pagina, giusto ieri il giornale della Confindustria . il sole 24 ore .titolava: “Pronto il progetto
di Fisco federale”. Cioè: la cultura federalista sta facendo passi da gigante sotto la spinta originaria
della Lega, ma oggi è la stessa Lega a defilarsi, cavalcando traguardi sempre più ambigui.
La Lega esiste per riformare lo Stato, o non è. Dovrebbe specializzarsi su quest’unico tema di fondo,
ridurre il programma ad un solo obbiettivo costituzionale: “Lo Stato italiano è una Repubblica
federale”.
Per raggiungere lo scopo, ha bisogno di favorire intese a 360 gradi, chi ci sta ci sta. Persino il
presidenzialismo funziona da sponda per il grande, utile baratto: sì a un buon presidenzialismo solo
a patto di un forte federalismo, in grado di sventare la perversa fusione tra centralismo (dello Stato)
e populismo (del premier).
Sono temi decisivi, sui quali a Nordest la Lega si distingue per il silenzio. Strano silenzio, che lascia
soli i suoi sindaci e che vede i suoi parlamentari intimiditi. Qualcuno vorrà smentirci?