1996 aprile 15 Altro che “bucare” il video
1996 aprile 15 Altro che “bucare” il video!
Un consigliere comunale indipendente, della provincia di Treviso, mi racconta dell’appello delle
scuole al suo Municipio per ottenere cancelleria, materiale didattico, anche il gesso o le matite, perché
lo Stato non ha più una lira e sta tagliando dove capita, la scuola come gli ospedali a corto anche di
siringhe e di manutenzione tecnologica, vale a dire le voci della spesa pubblica che – assieme alla
ricerca scientifica – qualificano la formazione, lo stato sociale, anche la capacità per le piccole e
medie aziende di stare sul mercato. Per pagare i soli interessi sul debito pubblico, lo Stato taglia anche
il necessario e tassa anche l’aria.
Centralista e burocratico, non riesce ad alleggerire sè stesso, non ci pensa proprio, per cultura
parassitaria. Usa il machete soltanto dove si producono o ricchezza o servizi: sicchè alla fine,
comprime la ricchezza e peggiora i servizi con le sue stesse mani. Dal punto di vista economico e
sociale un’autentica follia che pesa ogni giorno di più sugli enti locali. Comuni in particolare,
costringendoli al ruolo di killer fiscali. Vai avanti tu cretino!,sta dicendo lo Stato al sindaco di turno.
Diciamo la verità, l’Azienda Italia tiene botta perché siamo bravi! nel lavoro, nell’inventiva, nella
concorrenza. Il gene produttivo funziona; l’organizzazione pubblica mette i brividi all’Europa che ci
guarda. Con la moneta unica, siamo già in faticosa lista d’attesa, ma paradossalmente non sappiamo
sfruttare i vantaggi dell’Ue; il commissario europeo per le politiche regionali, Monika Wulf-Mathies,
ha recentemente reso noto che l’Italia non è nemmeno riuscita a incassare fondi pari a centomila
miliardi, già stanziati a nostro vantaggio dall’Unione.