1996 aprile 22 Il monito federalista
1996 aprile 22 – Il monito federalista
Il termine più usato in queste ore è «equilibrio», come se chi vince non fosse poi in grado di governare
da autentico vincitore: proprio in questo senso verrebbe confermata quella che abbiamo chiamato da due
mesi a questa parte l’inutilità di questo voto, con questa legge elettorale, senza un solo accordo riformista,
con due poli via via spinti dal pantano della transizione a trascurare proprio i programmi. Non a caso
viene premiata la Lega Nord, che ha goduto di un antagonismo tra poli tutto inteso a far emergere la
pochezza dell’avversario più che la bontà della propria proposta. È importante e molto utile a nostro
parere il risultato della Lega, a cominciare dal Nordest, perché sbatte sul tavolo il pugno della riforma
dello Stato. Al di là dei barriti lumbàrd – padani di Bossi, il ritorno del voto leghista impone a entrambi i
poli di fare i conti con il federalismo, anche se la solitudine è costata alla Lega un massacro di seggi.
Anche il risultato di Rifondazione fa riflettere, soprattutto se si riesce ad abbandonare il logoro schema
del vetero comunismo doc, nostalgico e anti-sistema. Meglio capire perché in un Paese industrializzato
come il nostro permangono così forti le ragioni della protesta sociale, del disagio operaio, della
contestazione culturale. Le percentuali di Lega Nord e Rifondazione dicono molto più dei nudi numeri.
Ma rispetto al ‘94 il dato storico è la fine della spinta propulsiva di Berlusconi. Lo ha stoppato Prodi,
simbolo dell’incontro tra centro e neosinistra. Nessun problema è stato risolto ieri, ma da oggi è un’altra
Italia.
22 aprile 1996