2001 Aprile 18 Cazzatine/2
2001 Aprile 18 – Cazzatine/2
Incredibile ma vero, Umberto Bossi allarma il centrosinistra, che invita Berlusconi a prendere le
distanze dal linguaggio del suo alleato, noto fondatore dell’accademia della crusca padana. Dopo lo
scippo del referendum lumbard, Bossi è reo di aver chiamato Amato “nano nazista”, esemplare unico
di politico a metà fra Topolino e il colonnello delle SS Engel.
Per la verità, Amato ha sorriso del “nano” mentre ha riso del “nazista”. Un presidente del Consiglio
che giocò a tennis a Porta a Porta, è chiaro che dispone di tutto lo humor necessario a distinguere
un’ingiuria da una insulsaggine se non da una facezia.
Il centrosinistra invece teme, s’inquieta, è preoccupato. La sua “soglia di ripugnanza”, come la
chiamò uno studioso tedesco, è politicamente molto bassa, e anche un po’ smemorata.
L’anno scorso Bossi si superò, definendo il governo la “Famiglia Addams”. In politica si fa sempre
fatica a conciliare il galateo con l’invettiva, soprattutto dopo che bossi rivelò la svolta genetica: “La
Lega ce l’ha duro”.
Non risulta d’altronde che la sinistra si sia allarmata quando Bossi apostrofava come “porci” (1983)
tutti i democristiani o “porci fascisti” (1995) Berlusconi e Fini. Ma, forse, quella veniva considerata
libertà di satira, non una “cosa tremenda” come il marchio di nano nazista oggi.
Se non va presa alla lettera nemmeno la Bibbia, figuriamoci Bossi! Ora accusa Amato di essere “un
bieco centralista”, ma ieri era Berlusconi “il campione dell’assistenzialismo”. Un titolo a nove
colonne del quotidiano di Bossi “La Padania” diceva testualmente: “Un iberista molto marxista.
Silvio come Bertinotti: l’assistenzialismo è la sua prassi. Il cavaliere ha dato più soldi a Napoli che
Prodi e D’Alema insieme”. Data, 19 marzo 1997, per la precisione.
L’abc di Bossi ha la data di scadenza, come il latte. Va preso sul serio ciò che la Lega Nord esprime,
non come lo dice Bossi, anche perché chi è senza peccato scagli il primo epitoto.
Per Bossi, che considerava Milosevic “un fratello”, D’Alema vale Breznev (giovedì 3 febbraio 2000).
Ma D’Alema, nonostante sia il più tornito fra i politici sulla scena, abbinò le televisioni di Berlusconi
a quelle di Ceausescu. Alludendo al senatur, Rutelli ha evocato Hannibal, gran mangiatore, a riprova
che nella caduta delle ideologie, anche le metafore si personalizzano.
Ancora 17 mesi fa, Bossi era a detta del centrosinistra “un uomo importante per la democrazia”. La
verità è che il linguaggio di Bossi, ciclico come le stagioni, va consegnato ai collezionisti di iperboli,
non ai puristi della politica. Bossi è anche peggio di quel che dice ma non più pericoloso di ciò che
fa: ora a destra (anni ’90) ora a sinistra (anni 2000) devono farsene una ragione.
Il sogno di Bossi, fin dall’inizio, è sempre stato di fare della Lega l’erede della Dc di massa: “Siamo
noi la nuova Dc”, ripeteva al prof. Miglio, quando non precedeva che Berlusconi lo avrebbe preceduto
con la sua post-Dc. Questo il dramma di Bossi.
Oggi la Lega funziona da corrente proletaria della grande Dc di Berlusconi. Di davvero suo,segno
particolare e identitario, a Bossi rimane il linguaggio.
Senza parole grosse, Bossi non è. Capisco che, semmai, si allarmi lui, quando ne è a corto.
L’altra sera nel parlamento di Bruno Vespa, il Bossi buonista, tutto sorrisi e lecca lecca con Mastella,
ha fatto scena muta perfino sul federalismo fiscale! Nano nazista è il suo pane, o non è.