2001 Febbraio 15 Delitti juniores
2001 Febbraio 15 – Delitti juniores
A scuola, poco prima dell’intervallo delle lezioni, il ragazzo di 17 anni sfila il temperino dall’astuccio
di una compagna. Apre il temperino e aspetta l’intervallo, durante il quale si avvicina a Monica, 16
anni, sua fidanzatina, la prende per i capelli, le stringe un braccio attorno al collo e le pianta il
temperino in gola, recidendo la giugulare. L’assassino confessa: “Non volevo ucciderla”.
Ragazzi o no, ormai non c’è più nessuno che ammetta di aver voluto ciò che ha fatto. Ma, se fosse
vero, sarebbe una tragedia anche peggiore: inconsapevole, fornita di movente ma non di intenzione.
Il massimo della dissociazione.
Ho sentito il prof. Crepet lamentare, tanto per cambiare, la mancanza di dialogo tra genitori e figli,
tema nuovo sul tappeto da circa tremila anni. “A tavola si mangia oggi in dieci minuti”, ha detto
super-giù.
Da ragazzino, cinquant’anni fa, prima della new economy, della tv, di Hannibal e dei cellulari, mio
fratello ed io ce la facevamo in sette/otto minuti, prima di scappare a giocare. In famiglia, nessun fatto
di sangue.
Non credo che le famiglie funzionino a minuti, e nemmeno le emozioni più sepolte. In un libro di
McLuhan ho letto qualche giorno fa: “Non hai le prove della tua sanità mentale a meno che tu sia
stato dimesso da un manicomio”.