2001 Febbraio 18 Gli eroi
2001 Febbraio 18 – Gli eroi
Intervistato da “Repubblica” lo scrittore John LeCarrè, ex diplomatico, si è dichiarato triste, deluso,
pessimista perché alla fine delle ideologie e della caduta del muro di Berlino è seguito un mondo
ricostruito su basi economiche. “Non penso – ha concluso – che il mondo di oggi possa generare
eroi”.
Sono in parecchi a pensarla più o meno come LeCarrè: l’ideologia era in fondo eroica, l’economia si
dimostra cinica. Trovo molto snob, anche puerile, questa posizione che galleggia dalla mattina alla
sera sulla cultura orfana di Novecento.
Sta di fatto che le ideologie del Novecento, tutte, hanno fatto disastri, i peggiori della storia dell’uomo.
I loro eroi si contano a milioni, ma nei lager e nei gulag: il solo eroismo delle ideologie riguarda le
vittime.
Non c’era niente da ri-costruire, ma soltanto da costruire ex novo, da zero. E non poteva che essere
economica la costruzione del dopo, visto che soltanto l’economia riconsegna la storia alla persona,
alla famiglia, al lavoro, all’impresa, cioè alla normalità del vivere e agli uomini come eroi della
quotidianità.
L’homo economicus è il vero nemico della guerra, dei grandi terribili “ismi”, dei miti di Stato imposti
come ideali dalla culla alla bara. L’homo faber scava come una talpa sotto i castelli della retorica,
anche la più violenta. Purtroppo, quel tempo è radioattivo, continua a far danni anche da scomparso.
Le ideologie hanno lasciato in noi scorie tanto tossiche da impedirci di gustare la rivincita
dell’economia come patrimonio di libertà. Dopo la caduta del nazismo, il ministro liberale
dell’economia diede alla Germania un solo traguardo: “il benessere di tutti”. Era un ideale, non arido
Pil. E il benessere per tutti era stato a suo tempo anche il sogno italiano dei socialisti umanitari, quasi
una religione dell’economia.
Certo, gli eroi non sono più gli stessi. Per lo scrittore britannico Tommaso Carlyle, il nostro eroe per
eccellenza era Dante. Tanto immenso, scriveva nel 1840, che da solo unificava un’Italia ancora a
pezzi, frantumata e divisa.
Se aspettiamo quegli eroi, ha ragione LeCarrè, sarà fatica sprecata. Ma questo è il tempo degli anti-
eroi, tanti nani che possono costruire assieme cosa da giganti.
Se un sacco di gente in giro per il mondo sopravvive con un dollaro al giorno, se perfino in Italia si
contano sette milioni di poveri, se un operaio prende in un mese quello che il calciatore Totti incassa
in un’ora, tutte le ore di tutti i 365 giorni all’anno. Vuol dire che abbiamo di fronte a noi un sacco di
cose economiche, tenacemente economiche, ancora da fare, tutt’altro che ciniche ed egoiste, anzi al
massimo eroiche.
Anche i schèi hanno un’anima