2001 Febbraio 8 Hannibal
2001 Febbraio 8 – Hannibal
Ricordate? A forza di annunciarsi con sesso al burro, “Ultimo tango a Parigi” era già un caso mondano
salottiero e ad alto prurito ancora prima di arrivare al cinema. Andarlo a vedere era un dovere, pena
l’isolamento nella conversazione: dalla sala d’attesa del dentista fino al treno dei pendolari. Rischiai
parecchio, ma insomma mi presi il lusso di disertarlo per sempre, assaporando un piacere inedito. Hai
visto l’ultimo tango? No; e lì il comune sentire svaniva nella incomunicabilità assoluta. Stop.
Ho applicato la stessa precauzione al Grande Fratello, del quale ignoro anche il lampo di uno zapping.
Trovo che, a volte, la felicità consiste nel non sapere, nel togliersi di mezzo, nel divertirsi a staccare
la spina. Non è una regola trappista, ma un esercizio di sopravvivenza: respirare come ossigeno un
buco nella comunicazione di massa, a quintale. Un buco ridens, tutt’altro che nero.
Ora arriva Hannibal, con i suoi schifi di gran moda, come annuncia il marketing, e prometto fin d’ora
a me stesso che quel grande attore di Anthony Hopkins si potrà mangiare il cervello al sangue di chi
gli pare, ma non il mio.
Assaporo già il gusto della mia ignoranza piccolo borghese: hai visto Hannibal? No.