2001 Gennaio 10 I bravi

2001 Gennaio 10 – I bravi

Intervistato dal nostro giornale il presidente della Marzotto, Innocenzo Cipolletta, ha dichiarato che
per l’80-90 per cento le infrastrutture del Veneto dipendono dagli enti locali veneti. Ha fatto anche
l’esempio più dolente: “Tipico è il caso della strozzatura di Mestre – ha detto – Dove non esiste
problema di finanziamento ma solo di sedersi attorno a un tavolo con buona volontà. Alla classe
politica veneta chiedo: perché dare più poteri a chi non usa nemmeno quelli di cui dispone già?”.
Lungi da me l’ambizione di assolvere il ceto politico nostrano, effettivamente specialista nell’ordine
sparso. Solo che Cipolletta dimentica un sacco di cose, sulle quali era peraltro attivissimo quando
lavorava in Confindustria. Queste:

1)Il peso ministeriale resta enorme;

2) le valutazioni “politiche” lasciano raramente in pace quelle “tecniche”;

3)la burocrazia, nonostante Bassanini, ammazza tuttora i tempi delle infrastrutture;

4)il ritardo nella viabilità riguarda l’intero Paese, Nord e Sud, destra e sinistra, prima e seconda
Repubblica, non il Veneto in esclusiva;

5)la paralisi delle decisioni è notoriamente dovuta a poteri in competizione l’uno con l’altro;

6)da Tognana a Carraro, oggi come ieri gli imprenditori veneti considerano questioni di vita o di
morte il federalismo, non questa o quella maggioranza, il sindaco X o Y.

Chi si illude che il Caso Italia sia una questione di “buona volontà” e non, prima di tutto, di regole, a
mio parere continuerà a fare bella calligrafia e basta. Ma poi, se la colpa è tutta dei veneti, qualcuno
mi sa per favore indicare dove sono i bravi che in Italia si sono fattio in quattro e quattr’otto le grandi
infrastrutture in casa?