2001 Gennaio-Luglio Il pallone tra grandi vecchi e piccole manovre

2001 Gennaio – Luglio – Il pallone tra grandi vecchi e piccole manovre

Alla Roma parlano di Grande Vecchio. Ho pensato: sarà il bisnonno della moglie del superterzino
brasiliano Cafu, che in base a quella presunta ascendenza calabrese, gioca come italiano. Grazie avo.
Poi mi sono corretto: vuoi vedere che questo è invece un gesto di fair play? Il Grande Vecchio è
l’avvocato Agnelli cui la Roma intendeva fare gli auguri per gli ottanta anni. Che sensi gentili.
Soltanto alla fine ho capito che, stando alla linea difensiva della Roma, il Grande Vecchio sarebbe la
Juve, la Vecchia Signora tutto arsenico e merletti. Lo scandalo dei passaporti non sarebbe in realtà
uno scandalo, ma un’”operazione”, per usare il termine testuale del legale della Roma.
Un’operazione, va da sé, elaborata allo scopo di impedire con qualunque mezzo (arbitri, doping,
passaporti) che sui colli fatali di Roma si compia in due anni consecutivi il destino fatale dello
scudetto: alla Lazio nel 2000, alla Roma nel 2001. Roba da Kgb d’altri tempi.

Confrontato con questo calcio, persino il teatrino della politica sembra un’opera di Schakespeare. In
serie A, vanno molto le torte in faccia, il genere farsa, la comica finale. Che cosa c’entri la Juve con
i passaporti di Recoba, di Veron e di Cafu, soltanto la Roma sembra saperlo, in spregio al senso del
ridicolo. I passaporti configurano una truffa globale, su vasta scala, con epicentro Europa e con
aggravanti, ti pareva?, in Italia. E’ un’operazione mondiale, non bianconera.

Se il più pulito ha la rogna come dicono in Toscana, non è una buona ragione per rinunciare alle
pulizie. Se in giudizio sarà dimostrato che i (presunti) furbi di oggi si comportarono ieri da
(comprovati) mascalzoni, le condanne dovrebbero assomigliare a mazzate.

A me piange il cuore doverlo dire, ma se la mia Inter del carissimo Massimo Moratti risultasse avere
le mani in pasta con il falso Recoba, merita una penalizzazione tutt’altro che di facciata. A costo di
finire in serie B; e tanta intransigenza dovrebbe valere per tutti.

Ma la retrocessione, mai come oggi, è in pratica uno scudetto alla rovescia. Voglio dire che, a mio
parere, nulla dovrebbe restare al riparo da questo malaffare: nemmeno lo scudetto.

Il quale, fino a prova contraria, si vince sul campo rispettando l’articolo 1 delle Carte Federali sulla
probabilità e lealtà. Gol e regole, insomma, per decidere tanto le retrocessioni quanto gli scudetti.

Diciamo senza tanti giri di parole ciò che nessuno dice a voce alta. Se campioni assoluti come Veron
(Lazio) e Cafu (Roma) risultassero agli atti abusivamente italiani, la loro presenza avrebbe alterato le
formazioni delle due squadre, in rapporto al numero di extracomunitari consentiti in campo.

Uno potrebbe dire: hanno falsificato in ipotesi un bisnonno, e chissenefrega? Il fatto è che, così fosse,
quei documenti falsi falsificano i risultati delle partite. Non un raggiro burocratico, ma un baro
tecnico, che dura da anni, se accertato.

Certo, la Juve potrebbe vincere a tavolino due scudetti, del 2000 e nel 2001, e allora? Se, in base alla
penalizzazione, tocco ferro!, retrocedessero in B l’Inter e/o L’Udinese, è altrettanto chiaro che il loro
posto verrebbe occupato in serie A da altre due squadre miracolate da Dio. Passaporti alla mano, la
Juve raccoglierebbe semplicemente i frutti della sua integrità.

Sento dire che nel passato la Juve è stata favorita dagli arbitri del tipo Fiat volutas tua. Verissimo, ma
oggi non più, a occhio e croce. Ma poi, non avete sostenuto tutti, all’unanimità, che gli arbitri italiani
sono i migliori del mondo? Allora, teneteveli così come sono, e non lamentatevi, anzi lisciateli con il
Rolex.

Da Zeman in qua, si mormora anche sul presunto doping della Juve: finchè resta mormorio, vale
meno di zero, e in tal caso non ci può aiutare neanche la moviola. Se un giudice sentenzierà che la
Juve drogò i suoi assi, toglieremo punti, scudetti e onore anche alla Juve. Dov’è il problema?
Possiamo quotare in Borsa le società, non la nostra ipocrisia; e però temo che proprio questo accadrà.

E’ strano che si dedichi molta più attenzione all’addio di Zaccheroni che al pasticciaccio dei
passaporti. Un tecnico rimosso dopo 2 vittorie in 19 partite non aveva mai fatto notizia, prima di
Berlusconi…Malignità a parte, è come se Roma capoccia e Juve giocassero con due classifiche: una
reale e una virtuale. Tra gol e passaporti, tra Grandi Vecchi e Piccole Manovre. Per ora, l’unico
scudetto sicuro viaggia a 200 all’ora e presenta il passaporto di Maranello.