2001 Gennaio-Luglio Lo strapotere delle rosse e il derby di Germania
2001 Gennaio – Luglio – Lo strapotere delle rosse e il derby di Germania
A guardare il podio del Nurburgring, sarebbe potuto sembrare una festa molto tedesca, fatta su
misura, “uber alles” come da inno: Schumacher senior al primo posto, la Bmw al secondo, la
Mercedes al terzo. Tutta scena, bella apparenza in parte; mai come quest’anno il mondiale di
Formula1 è così italiano infatti, così rossoferrari, così rassicurato dal motore e dal telaio fabbricati
in esclusiva a Maranello. Dice sempre il francese Jean Todt, anni 55, che dirige la scuderia da un
sacco di tempo: “La Ferrari è la squadra più difficile”. Dipende da un motivo tecnico, perché si fa
praticamente tutto in casa; e da un motivo ambientale, perché si tratta di una marca d’auto che vale
quanto la bandiera nazionale: per entrambe le ragioni, la pressione su Maranello è da sempre
esponenziale, e non da oggi.
Basti pensare che, per ragioni patriottiche, Benito Mussolini impose a Enzo Ferrari di prendersi
Nuvolari in scuderia. Il duce preferiva auto e piloti autarchici.
A metà campionato, il mondiale non è finito, d’accordo, però non so cosa possa fare di meglio la
Ferrari, Su nove corse, finora ne ha vinte cinque, con tre secondi posti e sette pole position!
Se penso ai miei personalissimi ricordi, cioè ai miei idoli, debbo ritornare a Jim Clark che negli anni
Sessanta vinse cinque volte di fila, Nurburgring compreso, evocando i filotti del grande Fangio, i
tempi in cui le gomme – tanto per dire – contavano meno del due di coppe a briscola.
Lo spettacolo più divertente del mondiale 2001 resta in ogni caso questo Schumacher M. (anni 32)
contro Schumacher R. (anni 26). Una famiglia da corsa non s’era ancora vista e ,oltretutto, ha in
dotazione le due macchine migliori oggi in pista; insomma il match giusto al momento giusto.
Quando ho visto la giuria bloccare Ralf per una spanna di riga bianca sormontata in uscita dal box,
mi son detto: “Ladri”. Ho pensato, per analogia, al calcio; ho malignato anche su ipotetiche gelosie
tedesche tra Bmw e Mercedes…
Poi ci ho ripensato, imbarazzato dai miei cattivi pensieri, concludendo che, forse, quella regola
ferrea merita tanta insopportabile pedanteria nel nome della sicurezza. Uscire dai box deve essere
come attraversare i binari mentre arriva a tutta birra il pendolino: un centesimo di secondo, un
metro di differenza, e può capitare di tutto. Spero che tanto rigore nei confronti di Ralf Schumacher,
penalizzato sul più bello di dieci secondi!, nasconda almeno questa precauzione a futura memoria.
Ieri ha castrato lo spettacolo finale; domani servirà a impedire una collisione in uscita. Mi pare
questa la sola scappatoia per ragionare a freddo sull’ingenuità e/o distrazione di Schumacher junior.
Un grande scrittore tedesco diceva che gli uomini devono sempre restare “padroni del proprio
coraggio”; avesse frequentato la Formula uno, avrebbe probabilmente completato; del proprio
coraggio e della propria freddezza. Negli sport al limite, decide un niente, anche una miserabile
spanna di riga bianca.
Michael Schumacher meritava di vincere non fosse altro che per il giro della pole position di sabato.
Roba da goniometro, a giudizio unanime, anche se il buon Barrichello continua a sentirsi alla pari
con il tedesco. Lui dice: “io freno con il piede destro, Schumacher con il sinistro; lui entra più
veloce in curva, io ne esco più alla pari”. Sarà, ma i risultati suggeriscono che non è soltanto
questione di piede. Vorrei proprio vedere quella teppa di Montoya su Ferrari…
Piuttosto, sta diventando un caso clinico la McLaren-Mercedes, nel senso che a metà campionato
nessuno sa ancora quanto valga. La Ferrari eccelle, la Bmw cresce, e la Mercedes? Punto
interrogativo, di colpo è un rebus.
Per affermare la supremazia dell’ingegneria tedesca, Hitler investì una montagna di Reichsmarks
proprio sulla Mercedes e sull’ingegner Ferdinand Porsche, che gli costruirono in pochi mesi la
macchina più vincente degli anni Trenta. Ieri al Nurburgring, il fuhrer avrebbe fatto arrestare Ron
Dennis e Adrian Newey!
Scherzi a parte, Coulthard che ringrazia Dio per il terzo posto mentre Hakkinen, bi-campione del
mondo, arranca a oltre un minuto come un ciclista, segnala il punto critico. O riparte subito o ha già
chiuso.
La Ferrari si stappa ormai come il Ferrari brut.
Prosit.