2001 Marzo 16 Il signor tv

2001 Marzo 16 – Il signor Tv

Figlio di un funzionario di banca e di una casalinga. Silvio Berlusconi era uno studente modello. I
compagni di scuola, al collegio dei salesiani, lo chiamavano Mandrake.

Faceva i compiti in due e due quattro, poi dava una mano agli amici di banco, che lo compensavano
con 20 lire o con caramelle. In prima liceo classico, aveva la media dell’8; in filosofia e matematica
prendeva 9. Tutt’altro che facile, dai salesiani.

Berlusconi si è dimostrato molto meno abile nel dar conto dei suoi esordi come imprenditore edile,
prima di diventare uno dei più ricchi uomini d’Europa. In materia, sono usciti un sacco di libri-
inchiesta, pesanti come calcestruzzo.

Il più noto è del 1987: “Berlusconi, inchiesta sul signor Tv”, dei giornalisti Giovanni Ruggeri e Mario
Guardino. Lo chiamavano il libro desaparecido, perché “mani ignote”, così vi si legge, provvedevano
poi a rastrellarlo dalle librerie. Gli autori raccontarono anche, “senza ricevere alcuna querela”, che
l’alter ego di Berlusconi, Felice Confalonieri, li cercò al telefono per tentare di impedire la
pubblicazione del libro, presso la casa editrice del Pci.

Nel 1993 sempre prima della sua entrata in politica, uscì “Berlusconi I”, editore De Angeli, a cura
della Biblioteca e Centro documentazione di Mafia Connection. Il sottotitolo di copertina specificava
i contenuti: “gli inizi misteriosi, i compari della P2, gli amici di Tangentopoli, i soci ambigui, i
collaboratori chiacchierati”. Sic.

E’ del 1997 “Il grande inganno”, Kaos edizioni, scritto dall’ex deputato laziale di Forza Italia Michele
Caccavale. Sulla copertina, assieme alla foto di Berlusconi e Previti, si legge: “La banda del partito-
azienda berlusconiano raccontata da un ex deputato di Forza Italia”. Tanto per andare sul leggero…

L’ultimo libro, appena uscito, è “L’odore dei soldi”, niente a che vedere con il profumo. LO pubblica
la casa Editori Riuniti, ex Pci, oggi di Diego Novelli, ex sindaco progressista di Torino. Gli autori
sono Marco Travaglio, cronista di “Repubblica”, e Elio Veltri, deputato, da sempre a fianco di
Antonio Di Pietro.

Medico, libero docente, per otto anni sindaco di Pavia, Veltri era il socialista che più detestava il
craxismo degli anni ruggenti. Lasciò il Psi denunciando, prima di Mani Pulite, La Milano degli
scandali.

Un giorno mi raccontò: “Da dieci anni, visitando le carceri, trovo soltanto poveretti, anche se i
funzionari mi rassicurano: “Ma hanno la tv!”. Adesso che qualche potente ha sperimentato lo schifo
delle carceri italiane, è esploso il garantismo. Il tipo è questo.

Fino a qualche giorno fa, “L’odore dei soldi” era un libro che aggiornava il vecchio filone, dal “Signor
tv” in poi. Dopo la presentazione a “Satyricon”, la trasmissione di Daniele Luttazzi, è diventato un
bestseller, cioè un successone assicurati.

In un Paese che legge poco e guarda molto, soltanto il telelibro diventa un caso nazionale. Ser non va
in onda come uno spot, resterebbe un libro e basta, senza audience, come clandestino.

In un Paese comico, anche le cose serie diventano comiche. I veri opinionisti non sono Montanelli,
né Biagi, ma Grillo, Guzzanti, Luttazzi, Striscia, Le Iene, eredi dei nobili buffoni rinascimentali i cui
lazzi svelavano alle corti il non-detto, il proibito, l’irriverente.

Negli Stati Uniti, l’inchiesta di un quotidiano fece saltare il presidente Nixon; in Italia, la campagna
del settimanale “Espresso” spinse alle dimissioni il presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Oggi fanno spettacolo anche le inchieste, i libri, tutto, fra una risata, una coscia, una canzone.

Silvio Berlusconi, che pur dispone della Mondadori, non ha mai risposto con un contro-libro ai libri-
contro che gli domandano da anni: “Come sei diventato Berlusconi?” E questo è un fatto.

Se la memoria non mi tradisce, è anche un fatto che nessuna sentenza della magistratura loha tirato
mai in ballo per una qualche “mafia bianca” o d’altra tinta. Il garantismo è a 360 gradi o non è.

Berlusconi minaccia ora di disertare la Rai. Non ne risentirà troppo: Mediaset a lui basta e a noi
avanza. Il gruppo ET, formato di quattro ricercatori indipendenti della facoltà di psicologia
dell’università di Torino, ha ricavato dai dati televisivi che Forza Italia è in assoluto il partito più
danneggiato dalla Rai (meno 6,2 per cento) ma anche il più favorito da Mediaset (più 8,3 per cento).

Personalmente, da liberale modello Jurassic Park, trovo invece vergognosi i tempi della faccenda.
Berlusconi è in politica dal 1994 mentre il primo libro-inchiesta sui suoi esordi di imprenditore risale
addirittura al 1984, autore Alberto Statera: come fa la par condicio Rai del 2001 a trasformare di
colpo il servizio (pubblico) in (pubblica) accusa a senso unico, quando mancano meno di due mesi al
voto politico? Con tanti saluti al fair play raccomandato a tutti da Ciampi, oltretutto.

I casi sono due, per spiegare il soprassalto. Il vertice Rai è ignaro, nel senso che non sa quel che si fa;
oppure è comico, cioè in mano ai comici, che non fanno satira ma linea politica.

Dopo quella di Migliore del mondo, la parte di vittima è la prediletta da Silvio Berlusconi. Scommetto
che trasformerà l’odore dei soldi in profumo di voti. Garantito.