2002 gennaio 28 Bearzot

2002 gennaio 28 – Bearzot

Il Nordest costa caro a Milano, roba da non credere: l’ Udinese passeggia a San Siro meglio di una
bella di giorno e il Venezia, già con un remo in B,toglie l’Inter dalla testa della classifica. Di questo
campionato mi piace soprattutto l’onestà tecnica,che rimette sempre in discussione i valori,mai
scontati nemmeno avendo in prima linea Vieri o Shevchenko.
Dura legge ma legge, che stavolta aiuta la Roma, peraltro bravissima nell’aiutarsi da sola.
Però, mi lasciate parlare di Enzo Bearzot? Sì sì, proprio lui, quel signore nativo di Aiello del Friuli
che vent’anni fa giusti giusti vinceva il Mundial in Spagna e che proprio stamattina prenderà
possesso a Coverciano del Centro Tecnico.Ho qualche buon motivo umano, e non solo, per dare
aria a questa notizia ,passata un po’ distrattamente nel nostro caravanserraglio.
Ha 74 anni il “vecio”, che chiamavamo vecio quando ancora non lo era, forse per il carattere
precocemente di granito.Vive bene a Milano,ma gli piace un sacco il suo est esistenziale, con case
a Lignano e ad Auronzo, dove passa l’estate o sverna. E’ l’uomo di sempre, mundial o in pensione
che sia,con gusti da fogolàr, gli amici pochi ma buoni, la pipa, lo Schioppettino e il Pignolo di
Cividale come vini prediletti,e gli gnocchi in tavola.”Per un friulano doc – ride forte- dovrei
aggiungere la polenta,ma non è vero!”
A due passi da Firenze, Coverciano ha da sempre l’ambizione di essere il Bò del calcio italiano, una
università di tattiche,un’incubatrice di mister,una scuola di pallone pescando dal meglio di noi : che
non è affatto poco.Di questa fattoria da allevamento di panchine hanno fatto presidente Bearzot, ed
è la prima volta che si sceglie “uno che ha praticato calcio e poi lo ha diretto”,come all’ex Ct (
commissario tecnico della Nazionale) piace rimarcare.
A maggior ragione in un momento come questo, di scarsa affidabilità del cosiddetto più bello
spettacolo del mondo. L’aver scelto,
in
controtendenza,coerente ad esempio con uno come l’avvocato Sergio Campana,tra i calciatori.Se
anche avesse poco potere, Bearzot a Coverciano qualcosa vuol dire,anche da simbolo.
Quando allenava la Nazionale, lui si prese Paolo Rossi dal Vicenza e,quattro anni dopo,si portò in
Spagna il diciottenne Bergomi: voglio soltanto dire che Bearzot sapeva guardare anche in provincia
e anche nel vivaio, senza paraocchi. Per questo oggi mi dice: ”Se perdi i giovani,perdi il
calcio”.E,quasi ad evitare sorrisetti deamicisiani da parte mia,aggiunge subito :”Oh,tutto è
cambiato,non è che voglio fare il romantico o il moralista,ma qualche regola la dobbiamo
rispettare,o no?”
I gusti di Bearzot sono da manuale del buon calciatore, anche come cifra d’uomo. Gli piace
tantissimo Nesta, ma considera Maldini il miglior difensore al mondo, ed è davvero impossibile non
dirsi d’accordo con lui.
Se guarda indietro, gli si accendono gli occhi per Scirea. Ma perché era la serietà e lo stile fatti
persona, oltre che la classe. Da tecnico, all’ex Ct basta ricordare che,con uno come Scirea alle
spalle,ogni difensore poteva giocare tranquillamente di anticipo,senza l’incubo di rischiare il buco.
Una volta mi definì “inafferrabili” Bettega e Pablito Rossi in coppia, come in Argentina, visto che
mettevano entrambi assieme i piedi buoni e la velocità. L’Italia è stramba, una volta in carestia
un’altra in sovrabbondanza di punte, il che capita proprio adesso, a pochi mesi dal mondiale di
Giuàn Trapattoni.
Ho sentito Bearzot al telefono da Milano, anche per salutarci, che qui il tempo passa. Lui non
invidia il Trap per tutto il ben di Dio che gli offre il campionato in attacco. Ha 22 giocatori da
portare via – mi spiega –e più di due per ruolo non potrà mettere. Ergo, avverte per saggezza,”
rischia che se appena non funziona qualcosa i più bravi saranno rimasti … a casa o staranno… in
panchina. Io di questi surplus non ho mai sofferto”. Buona fortuna, Trap.
Visto che prende oggi in mano il Bò dei tecnici d’Italia, vale la pena di sapere che Bearzot non
pensa che il calcio italiano sia il più veloce, e per questo esteticamente non il massimo in

tanti, uno come Bearzot, dà un segnale

tra

circolazione in Europa.Il Ct Mundial vede anzi un sacco di passaggi laterali in difesa, cioè il
contrario della velocità.
Allora? gli ho chiesto. Risposta: ”Il fatto è che a centrocampo succede di tutto.” Qui sta lo stress, il
groviglio, il labirinto, la concitazione del calcio all’italiana 2002, ed ha ragione da vendere se penso
a certe partite di ieri, da San Siro a Lecce, da Bergamo a Venezia .

In parole povere, il nostro calcio è più duro, durissimo, non più veloce. Questo il teorema di
Bearzot, che pur metteva paura da giocatore, e proprio a centrocampo. Ma non c’è confronto con
l’aggressività totale di oggi.
E’ sempre un pozzo di ricordi Enzo Bearzot, anche se confessa : ”I successi sono venticelli che ti
accarezzano, mentre certe ferite, sofferenze, anche offese, non passano”. A Coverciano, da oggi, un
pizzico di Confucio alla furlana non potrà che far bene. Buon lavoro, vecio.