2002 gennaio 7 Lo Stromboli caccia via gli abitanti
Lo Stromboli caccia via gli abitanti. L’Etna ora blocca il volo degli aerei, ora si mangia un
impianto, fa ciò che gli pare.
Siamo sempre meno pronti ad accettare l’Enormità della natura. Le due forze latenti, il suo magma
di violenza, soprattutto la sua ineluttabilità.
Dice il maggior esperto di terremoti:” Non sono prevedibili.” Questa imprevedibilità rappresenta la
somma angoscia per l’uomo contemporaneo, drogato dal bisogno di sapere tutto, subito e in
anticipo.
Se dominare equivale a possedere le informazione, la Natura maiuscola si tiene per sé ancora un
sacco di segreti. Non ci permette di essere informati sui suoi movimenti, dunque ci domina.
Senza previsioni, l’uomo d’oggi è niente. Il cratere più temibile si chiama ignoto.
Non c’è Dio, fato, fatalità, destino che tengano. La scienza si sente sconfitta soltanto alla diagnosi di
imprevedibilità dell’ Enorme.
L’Italia poi è tutta casa e bottega; il territorio è densamente abitato. Le Forze della natura sono
urbane.
Ma la natura più quotidiana viene usata, abusata e spesso maltrattata: siamo noi a metterle paura,
non viceversa, e la natura non di rado si vendica negli spazi urbani, magari con un piccolo fiume
che mette sotto Pordenone in un paio d’ore o un branco di torrenti che devasta mezzo Bel Paese.
Non stiamo alla larga nemmeno dalla Natura con la N grande, onnipotente e misteriosa. Si risale
l’Etna per sciare; si cerca casa proprio a Stromboli anche per godere della gentilezza di un vulcano
attivo, mai in vacanza.
E’ il sogno della Natura che dà spettacolo, che fa colore locale e la fortuna delle riprese televisive
dall’elicottero o delle pagine a colori. I napoletani, pur informatissimi sui rischi del Vesuvio, vi
abitano più in su che possono: hanno troppo “’o sole mio” nel sangue per sospettare che un giorno,
chissà mai, la Natura possa essere loro matrigna.
Ci piacerebbe sedere sul nostro pezzetto di crosta terrestre come su un sofà, del tutto ignari del sole
di fuoco e di lava che bolle sotto le nostre zampette di nani. In ogni caso gradiremmo essere almeno
informati per tempo, evitando l’anomalia di un uomo tecnologico in balia degli eventi esattamente
come ai primi passi dell’homo sapiens.
L’Enorme naturale non si concilia più con il nostro orgoglio da terzo millennio.