2002 giugno 18 Mondiale di Corea Giappone. Pre Italia Corea

2002 giugno 18 – – Mondiali in Corea Giappone – Italia sconfitta dalla Corea

Dal 1966 é una persecuzione questa Corea. 36 anni fa toccò all’Italia quella del Nord, adesso quella
del Sud. I ricordi del mio primo Mondiale da inviato sono scolpiti addosso, soprattutto ripensando
ai coreani, tutti militari che consideravano un’arma anche il calcio.
Erano fatti in serie, con una media d’altezza sul metro e settanta. Vivevano da anni tutti assieme in
una caserma della capitale Pyongyang ed era loro vietato sposarsi, altro che sesso pre-partita!
Formavano una squadra ideologica che prima di partire per Londra aveva ricevuto gli auguri cinesi
di Mao. Se per caso dovevano nominare la Corea del Sud, i giocatori nord-coreani sputavano per
terra chiamandola “Corea degli yankee”.
Alla scuola dell’agricoltura di Durham, quartier generale azzurro nel nord dell’Inghilterra, nessuno
si curava del pericolo giallo. “Una squadra di Ridolini”, li credeva Ferruccio Valcareggi
ma,onestamente, tali erano sembrati anche a me durante un allenamento. Correvano come schegge,
questo sì, moto perpetuo, in ciò assomigliando moltissimo alla Corea del Sud di oggi.
Attenzione. Tutti ricordano Pak Do Ik, pronunciabile come un singhiozzo, anni 30, 65 chili di peso,
che con il suo gol scaraventò l’Italia a casa e nel ridicolo. Pochi rammentano invece che, nel
successivo quarto di finale contro il favorito Portogallo, la Corea del Nord segnò tre volte in 24
minuti e che ci volle uno dei più bravi interni di punta di tutti i tempi, il nero Eusebio, originario del
Mozambico, per ribaltare il risultato con quattro gol personali consecutivi in 29 minuti. Favoloso.
Siccome ero in tribuna quel pomeriggio a Liverpool, mi permetto di osservare a distanza di tanto
tempo che con squadre che corrono come lepri, ma non per scappare, può sempre succedere di
tutto. Senza contare che oggi la Corea del Sud corre tre volte tanto.
E’ squadra trigonometrica, che a forza di triangoli ad alta velocità sembra a volte giocare in 13.
Non ha Ridolini e ieri ha fatto anzi un gollasso di stampo brasiliano, ma come tutti gli ingranaggi
muscolari può incepparsi di colpo: ridotto in nove, il Portogallo l’ha pur messa alle corde, e quasi ce
la faceva.
La Corea ha un pubblico che scalda quanto il sole e ,finora, ha avuto gli arbitri dolci come s’usa in
casa. In compenso, soltanto adesso che ha sconfitto Freud l’Italia entra nel Mondiale:incredibile ma
vero, l’esordio del Trap sarà martedì. Aut aut.