2002 giugno 2 Mondiali di Corea Giappone
2002 giugno 2 – Mondiali in Corea Giappone- Trapattoni
Giovanni Trapattoni non ha ancora capito l’Italia. Sa quanto vale l’Ecuador e compagnia bella, ma
ignora quanto valga davvero la sua Italia e dunque va oggi in campo al buio: “azzurro tenebra”
avrebbe detto lo scrittore Giovanni Arpino.
Pur conoscendo i suoi “ragazzi” fino all’ultima unghia, il Trap non sa ad esempio se a 34 anni e
dopo un rognoso infortunio Maldini sia al cento per cento Maldini. Se Nesta, nostro bronzo di Riace
in carne e ossa, abbia dimenticato le paturnie del campionato. Se lo stesso Nesta possa rifare coppia
con Cannavaro allo stellare livello europeo di un paio d’anni fa.
Il Trap non sa nemmeno se il redivivo e post-infortunato Totti sia ora al 60 o all’80 per cento, il che
farebbe già una grande differenza perché solo Totti può illuminare d’immenso lo sgobbare dei
facchini di centrocampo. Per dire quanto sia importante uno come Totti faccio notare che per
magagne varie lui giocò soltanto 23 partite in campionato; ed ecco che la Roma ha ceduto d’incanto
lo scudetto 2002.
Quindi, resta molto da capire anche perché le varie amichevoli sono semmai servite a incasinare le
idee azzurre. Tutti si aspettano un’Italia da finalissima ma negli ultimi tempi si è vista una
nazionale piena di scorie da scudetto.
Siccome dubita dei suoi e confida in Dio, il Trap vanta una sola certezza all’esordio: evitare ogni
rischio “scriteriato”, come gli avrebbe consigliato Nereo Rocco, suo vecchio pedagogo tatttico.
Dispone del doppio dei goleador di razza che aveva Enzo Bearzot al Mundial 1982, ma pare che
cominci utilizzandone uno alla volta, a partire da Vieri.Il solo samurai è Vieri.
Non è detto che il contropiede sia una lisca di pesce, anzi il contropiede all’italiana assomiglia al
colesterolo, c’è quello buono e quello cattivo. Il primo è geometria ad alta velocità; ferisce non per
numero di attaccanti ma per mobilità di schemi: così Vieri basterebbe,sennò sayonara.
Nel calcio l’equilibrio è tutto.Il più machiavellico Fulvio Bernardini della storia vinse lo scudetto
1964 con il Bologna schierando il terzino Capra all’ala sinistra nello spareggio finale con l’Inter.Lui
,esteta della panchina, si era arreso ai dubbi e, dunque, alla sana prudenza.
Il Trap, noto filosofo positivista, teorizza che prima di dire gatto ecuadoriano bisogna averlo nel
sacco.