2002 giugno 23 Mondiale di Corea Giappone. Arbitri
2002 giugno 23 – – Mondiali in Corea Giappone –
Sa il lettore quale è la più violenta tentazione alla quale dovrebbe resistere un giornalista?
Scrivere:”Lo avevo detto.” Dimenticarsi delle corbellerie è un attimo fuggente e vile, ma ricordare
quel po’ di azzeccato è la libidine più consolatoria .
Ciò soprattutto scrivendo di football, che San’Agostino avrebbe benissimo potuto utilizzare per
spiegare in parole semplici la complicatissima teoria del “ libero arbitrio” di noi creature umane: un
arbitro ad esempio, uomo libero sulla carta, è anche predestinato dagli onnipotenti interessi.La
Corea del Sud insegna all’ennesima potenza come si fa.
Nel mettermi a scrivere, ho tentato, provato, esitato, ma alla fine non ce l’ho proprio fatta. E senza il
minimo ritegno scrivo: “Lo avevo detto.” Subito aggiungendo però che le stesse cose le avrebbe
dette anche un bambino, dato che i bimbi d’oggi sono più svegli di tanti grandi dalla testa vuota e
dalla bocca piena.
Come volevasi dimostrare, era e resta dunque il Campionato del Mondo dei ladri. Non merita albo
d’oro né di entrare negli annali: meriterebbe solo di essere archiviato, a scelta, sotto le voci
corruzione,incapacità, manovre, rifiuti tossici. E’ un Mondiale illegale e da invalidare, non per i
fisiologici errori ma per i patologici orrori.
I benpensanti dell’ultimissima ora strillano che dovrebbe intervenire la Fifa. Ma la Fifa è oramai un
sostantivo non più una sigla federale: andrebbe riscritta minuscola, fifa e basta, fottutissima paura di
perdere poltrone, corridoi, voti, schèi e potere, sicchè quella faccia di tolla del suo presidente, lo
svizzero Blatter, vorrebbe salvarsi in corner con questa ammissione ufficiale:”Tutto il sistema di
selezione e designazione degli arbitri – ha detto – è da rivedere.”
Lo dichiara adesso il Ponzio Pilatone, questo bastardo. Adesso fa il contrito, dopo che Italia e
Spagna sono già state sacrificate a tavolino a una Corea del Sud che trovo tanto ammirevole per
come gioca (in campo) quanto insopportabile per come traffica ( nel palazzo). Sta di fatto che con il
gioco sarebbe fuori da due turni; con le terne a comando, sta in semifinale. Questo è quanto.
Dài e dài, si sono tutti accorti che il presunto vittimismo degli italiani era la solita mistificazione
masturbatoria, ben nota alla storia patria come spiegava – con un linguaggio meno terroso del mio
– Giovanni Spadolini. I quotidiani di Madrid,capitale di turno dell’Europa, scrivono non a caso che
“Italia tenìa razòn”, l’Italia aveva ragione.
Visto che non bastava tutto il resto, a italiani e spagnoli hanno tolto perfino i terminali “golden
gol”, naturalmente genuini entrambi.Nella vita come nel pallone, le vittime hanno diritto al
vittimismo, ci mancherebbe altro. E, di solito, al risarcimento dei danni.
Soltanto Franco Carraro, animale a sangue freddo, ha finto di non capire pur avendo capito
benissimo perché è tutt’altro che mona. Con il bel risultato di apparire contemporaneamente politico
e patetico.
Negli anni Sessanta intervistai Concetto Lo Bello di Siracusa, l’arbitro italiano più fornito di
attributi. Lui “principe dei fischietti”, così veniva definito, divideva gli arbitri in “leoni” e
“pecore”, refrattari alle pressioni dell’ambiente i primi, pieghevoli i secondi, per concludere che si
poteva favorire la tal squadra mandandole di volta in volta un arbitro pecora in casa e un arbitro
leone in trasferta oppure boicottare la tal’altra squadra facendo l’inverso. Alla fine, ci poteva stare
la differenza di uno scudetto vinto o perso, e anche un Mondiale in ballo.
Dicono che non è un complotto. Se con questo si vuol dire che vanno identificati i congiurati,
individuato il covo e sequestrato il contante, il complotto non risulterà. Se invece s’intende stabilire
la premeditazione pro-Corea, il complotto è nei fatti, palpabile come l’afa.
Due campioni brasiliani a 18 carati, Zico e Falcao, hanno definito gli arbitraggi “la cosa peggiore
del Mondiale.” Non solo; hanno invocato la moviola a bordo campo, come nel football americano.
Il che, almeno per me, è musica.
Con il quarto uomo incaricato di controllare in tempo reale i gol, si porrebbe rimedio seduta stante
a errori e/o furti lampanti, trascurando ogni episodio dubbio anche al rallentatore tv. Il totale degli
interventi si conterebbe al massimo sulle dita di una sola mano ma renderebbero il calcio più
moderno e più onesto.
I migliori arbitri sono d’accordo. I ladri no.