2002 giugno 6 Mondiali di Corea Giappone
2002 giugno 6 – Mondiali in Corea Giappone-
Si mette ordine sul tavolo, si cestinano montagne di quotidiani, si conserva qualche fotografia:
strepitose quelle dal Giappone. Butto via con cura tutte le statistiche, che servono soltanto a
mummificare l’irripetibile.
Il calcio invecchia di colpo quando si archivia un Mondiale. Al prossimo,nel 2006, Batistuta avrà
37 anni, Zidane, Rivaldo e Rui Costa 34, Vieri 33, oltre il crepuscolo.
Un giorno Umberto Eco, per gioco, mise in guardia gli scrittori dall’uso che i posteri potrebbero
fare dei loro libri. I novellieri del gol non corrono rischi del genere, perché firmano immagini e
storie che nemmeno il tempo potrà mai manipolare.
La coppa delle fesserie andrebbe a mio parere attribuita a Michel Platini, che vorrebbe far diventare
Maradona “ambasciatore del calcio”. Al contrario, servirebbe al calcio che Maradona rimanesse
tutto e solo dentro le cineteche: in campo, lui mostrò il massimo di tutti i tempi; fuori, il suo
minimo, imbarazzante soprattutto per farne un’ambasciata.
Modello costruttivo è Ronaldo, non per i gol ma per l’ostinazione. Implacabile con il suo ginocchio
destro, ha dimostrato in 712 giorni che si può guarire anche di un infortunio ai limiti del bisturi
conosciuto. Questa è la lezione.
Non mi è mai piaciuto l’attestato di “fenomeno”, vagamente da baraccone. Se lo merita adesso, per
l’irriducibile lavoro su un arto che era diventato la sua vera aorta mentale: o ne guariva o ne moriva.
Troppi dimenticano oggi che il Brasile non era favorito e che Ronaldo era virtuale.
Sia all’Inter che al Mondiale ha fatto molta fatica, tendinea e psichica. Un po’ come il Del Piero
post trauma, a me non sembra ancora il Ronaldo di una volta e non so nemmeno se tornerà ad
esserlo al cento per cento,ma quello che c’è basta e avanza.
Se è bastato al Brasile, dovrebbe bastare anche all’Inter. Strano quanto vero, a sole 24 ore dallo
scudetto mondiale Ronaldo è già invitato a vincere lo scudetto italiano, sua grande incompiuta. Ma
è normale che sia così, in base al destino da numeri 1.
Destino e , nel suo caso, sberleffo. Basti pensare che Ronaldo & Vieri, i 250 miliardi al portatore di
Moratti, hanno segnato in totale 12 gol al Mondiale, ma furono incapaci di far propria una domenica
di maggio a Roma che per l’Inter valeva più della finale di Yokohama.
Che scorno per l’Italia. La nazionale aveva il Trapattoni degli otto scudetti e di tutte le coppe euro-
mondiali, l’allenatore più vincente. Aveva 4 difensori e 5 attaccanti di censo mondiale. E aveva
tutto per crescere.
Non è stata Corea 1966, ma la frustrazione è pari agli scippi (70 per 100) e agli errori (30). Il
Mondiale è finito senza che per noi sia davvero cominciato. Addio.