2002 giugno 8 Donne. Patti Smith

DOMENICA 2

Donne

Patti Smith,americana, cantante rock:”L’imperfezione. E’ grazie a lei se non mi stanco mai di
lavorare.” (dal mensile Donna)
Tinto Brass, veneziano, regista di cinema:”L’erotismo maschile si conosce ormai da almeno due
secoli. Quello femminile invece è l’esplosione di un magma represso per molto tempo e quindi
pieno di novità anche nel linguaggio.” ( dal mensile 2mila)
Susanna Tamaro, triestina, scrittrice:”Guardi il cielo e sei convinta di perdere tempo e invece, ecco,
stai già pregando.” (dal settimanale Famiglia Cristiana)

LUNEDI’ 3

Stelle

Che schifo di vita.Gli astronomi hanno fotografato la Via Lattea mentre distruggeva centomila
stelle.

MARTEDI’ 4

Vongole

Dopo un accanito lavoro durato più di un anno, é pazzesca la scoperta fatta dai carabinieri di
Chioggia e dal pubblico ministero veneziano Maturi: sono state messe sul mercato, e perciò in
tavola di tanta parte del Nord Italia, migliaia di tonnellate di vongole veraci imbottite di coliformi
fecali(bacilli da escrementi), di escherichia coli ( agente ultra infettivo), di mercurio,
piombo,diossina,idrocarburi. Autentiche bombe batteriologiche alimentari, vendute a prezzi
stracciati come racconta un noto ristoratore triestino:”Queste vongole di scarsa qualità si trovano a
cinque euro al chilo, mentre le più buone costano anche 14-16 euro.”
L’accusa è di associazione per delinquere , per decine di pescatori in cooperativa. Vale a dire che
per Chioggia non è un’inchiesta come tante.
Annotava lo scrittore Giovanni Comisso che Chioggia è una città di cinquantamila abitanti con
diecimila marinai e il resto della popolazione che vive della loro pesca e dei loro commerci.Una
città così non può che sentirsi in questo caso parte offesa nella sua stessa identità.
E, secondo me, la prima cosa che dovrà fare il nuovo sindaco eletto oggi sarà di costituirsi in
giudizio parte civile pretendendo i danni morali e materiali da tutti coloro che, con il marchio di
Chioggia, tradiscono il suo mare, sporcano la buona fede dei consumatori e avvelenano le mense.
Ahimé,veraci soltanto queste .

MERCOLEDI’ 5

Impronte

Tanto per cominciare esiste la buona burocrazia. Ma in Italia è assai più attivo il vizio burocratico,
il quale non risparmia nemmeno gli enti meno ministeriali e più prossimi al cittadino.
Faccio un esempio di cronaca. Siccome l’Argentina è un paese economicamente con il sedere per
terra e siccome mezza Argentina è oriunda italiana, la Regione Veneto ha favorito il ritorno di

duecento figli/nipoti dei vecchi emigrati veneti: non una soluzione, ma un nobile gesto,un segnale,
almeno un attestato di buona memoria collettiva. La Electrolux Zanussi ha dato loro il posto di
lavoro e,anzi, i primi venti arrivati sono già in fabbrica da qualche giorno.
Tutto a posto allora? No, perché restava da superare un qualche residuo burocraticoso al comune di
Tarzo, bel posto della collina trevisana, credo sui cinquemila abitanti, che nel suo territorio ospitò
Celti, Goti,Franchi e Longobardi, ma i cui uffici anagrafici pare che adesso la facciano un po’
troppo lunga proprio con i certificati di residenza dei… veneti d’Argentina.
Battute a parte, non mi verrete a dire che qui c’entri una ipotetica inospitabilità di Tarzo, per non
parlare magari di un razzismo alla rovescia, paradossalmente anti-veneto! Niente di tutto questo
come è ovvio, zero sotto zero. Solo che anche le piccole burocrazie locali possono rivelarsi a volte
più lente del buonsenso, che qui dovrebbe coincidere a maggior ragione con la sensibilità. Tutto
qua.
Anche a proposito delle impronte digitali, strumento di identificazione inventato un secolo fa, non
bisogna mai trascurare il freno esercitato dalla nostra (in)cultura burocratica. Ieri l’ex ministro
diessino Bassanini e oggi il ministro Scajola di Forza Italia definiscono infatti urgentissime le
carte d’identità elettroniche con tanto di impronte prese a tutti indistintamente: eppure, nemmeno
tanta consolidata unanimità politica è finora riuscita a far uscire dalle catacombe dei ministeri i
primi documenti nuovi di zecca.
La macchina dello Stato è priva della nozione del tempo.
Intanto continuiamo a usare i dati di sempre, nome,cognome,indirizzo eccetera, che sono del tutto
insufficienti ai nostri tempi, caratterizzati dal record storico di circolazione delle persone e delle
merci. Per restare a noi, dalla frontiera di Gorizia entrano clandestinamente perfino i rifiuti ferrosi
radioattivi, come accertato in queste ore dai Nuclei ecologici dei carabinieri.
Soltanto la realtà detta di volta in volta i problemi veri, quali sono oggi la sicurezza, i controlli, la
prevenzione, il governo dei flussi migratori che pur costituiscono una ricchezza umana ed
economica. “Vivere sul serio fa male”, avvertiva un magistrale scrittore russo come Viktor
Sklovskij.
A problemi seri vanno date risposte serie non geremiadi sul razzismo all’ingrosso. Se non vogliamo
fare gli struzzi d’Europa, va riconosciuto in premessa che l’immigrazione si complica con la
clandestinità e che quest’ultima sfugge l’identificazione, sia rispetto ai dati personali che alla
nazionalità come ben sa anche l’ultimo poliziotto italiano.
Le impronte digitali servono oltretutto a garantire meglio il fenomeno migratorio regolare, ma sarà
ancora meglio estenderle a tutti, senza eccezioni, alla pari nei doveri e nei diritti. Dovremmo essere
impazienti di mettere senza tante storie almeno una banalissima impronta del dito indice sinistro al
servizio delle forze che lavorano e rischiano 24 ore su 24 per tutelarci.
Con ciò, saremmo forse xenofobi contro noi stessi?

GIOVEDI’ 6

Neologismi/1

Scentrosinistra.

VENERDI’ 7

Aggiornamenti/2

Ulivo:pianta arborea delle oleacee.

SABATO 8

La citazione

Lorella Pagnucco Salvemini da “Benetton-Toscani, storia di una avventura 1984-2000”, Bolis
edizioni.
“Sebbene sia stato lo stilista Elio Fiorucci a far incontrare Oliviero Toscani e Luciano Benetton, la
collaborazione fra i due si avvia in una stalla, una notte di inverno del 1983. L’imprenditore gli
telefona una sera, mentre il fotografo sta assistendo al parto di una delle sue cavalle Appaloosa. Il
puledro nasce di lì a poco:”Quella mezzanotte di buon auspicio segna anche la nascita di una
straordinaria collaborazione.”
L’azienda in quel momento sta attraversando una fase di forte espansione. Ha bisogno, come si
dice in gergo, di “rifarsi il look” quanto a comunicazione e immagine. L’esigenza è di traghettare il
marchio dall’angusto ambito del provincialismo italiano a una dimensione internazionale.
La virata del fotografo verso il fantastico e il surreale rimanda all’analogo cammino compiuto nella
regia cinematografica dal suo amico Federico Fellini. Ad accomunare il lavoro di
entrambi…l’esplosione della visionarietà quale atto estremo di libertà.
(Tutto) rinvia a quella internazionalità perseguita da Benetton, che l’introduzione in contemporanea
del ricorso a varie tipologie razziali e all’adozione della scritta, significativamente in inglese, “All
the colours of the world” (tutti i colori del mondo) dichiarano in maniera esplicita.Colorati sono i
vestiti, ma anche la pelle degli indossatori, modelli di tutte le razze per propiziare la penetrazione in
tutti i mercati.”