2002 luglio 28 rub

DOMENICA 21

Donne

Marilyn Monroe, mito americano:”Il sesso è un dono naturale,grazie al cielo. Quando nel 1949 mi
proposero di posare nuda, pensai:’Se devo diventare un simbolo, meglio del sesso che di
qualcos’altro’.”
Rebecca Wells, scrittrice americana:”Devo a mia madre la mia creatività. Se avessi avuto
un’infanzia semplice non avrei avuto nulla di cui scrivere.”
Anna Galiena, attrice di teatro:”Frequento Shakespeare dal 1978, è il mio amore e non lo
abbandonerò mai.”( da “Verona Fedele”)
Michelle Hunziker, presentatrice tv, 25 anni:”Non vorrei giungere a trent’anni e dire: non ho
neppure provato a fare quello che desideravo.” (da “Specchio”)
Norman Mailer, celebre intellettuale e scrittore americano,79 anni:”Non credo che Dio sia
onnipotente e solo buono. Tutto il XX secolo,dall’Olocausto all’atomica, sfata tale nozione e mi
suggerisce che dio o dea, perché potrebbe essere anche donna,si limitano a fare del loro meglio nel
duello con l’eterno rivale, il diavolo.” (dal “Corriere”)

LUNEDI’ 22

Veneto

Più accusano il Veneto di ogni disastro territoriale, più sono felice di abitarvi.

MARTEDI’ 23

Informazione/1

Aveva ragione Indro Montanelli nel definire Ciampi uno degli ultimi esemplari di “patriota”, uomo
che crede fino in fondo di dover servire la “Patria”. Ma soprattutto i patrioti sono propensi a
illudersi.
Mentre il Parlamento stava sbaraccando per le vacanze e aveva in mente soltanto l’aumento dei
soldi ai partiti, il presidente ha inviato alle Camere un solenne messaggio sull’informazione, a
sostegno del “pluralismo” (non concentrata) e della “imparzialità” (non di parte). Sappiamo tutti
come è andata poi a finire: su 933 parlamentari, al solenne dibattito in aula erano presenti 63
senatori e un numero di deputati oscillante tra i 44 e i 130. Non era giornata.
A questo punto non si capisce bene perché gli elettori dovrebbero appassionarsi a un tema così
importante visto che gli eletti dimostrano di considerarlo un saldo di fine stagione. Si capisce invece
benissimo che, così facendo, il Parlamento fabbrica indifferenza di massa. Contenti loro,scontenti
tutti.
Il capo dello Stato aveva inviato un messaggio:l’informazione è “essenziale” per la qualità della
democrazia. Il Parlamento dei pochi intimi, da Forza Italia ai Ds, ne ha restituito un altro: ci
penseremo, con comodo. La gente conclude:come non detto.
Non sarà elegante scriverlo, ma è così. Temo che in materia il Quirinale non lasci traccia.

MERCOLEDI’ 24

Informazione/2

A dar retta all’on. Berlusconi, fino a ieri la Rai era in mano ai soviet, ma oggi,vista da sinistra, la
Rai sarebbe il ripetitore di Arcore.Iperboli a parte, quando mai la Rai è stata im-politica?
Una decina di anni fa il bollettino “Notizie radicali” diede del “velinaro”, cioè del governativo, a
Michele Lubrano che era corrispondente Rai da Parigi. Lui querelò per diffamazione ma perse la
causa perché il tribunale ritenne che quello non fosse un insulto bensì un giudizio politico su un
giornalista visto come “nemico politico”.
In parole povere, la sentenza dava la Rai per geneticamente velinara. Nessuno, neppure se bravo,
doveva offendersi penalmente.
Prima la Rai dipendeva direttamente dal governo. Anche la BBC inglese è proprietà del governo,
ma ha tutt’altra tradizione liberale né si è mai posta il volgare problema di lottizzare un canale ai
conservatori e uno ai laburisti.
Una trentina d’anni fa la Rai è passata dal controllo del governo a quello del parlamento, dunque dei
partiti, a cominciare ovviamente da quelli di maggioranza: il cerchio era perfettamente saldato. Non
era però previsto che il cav. Berlusconi, proprietario di Finivest/Mediaset, diventasse l’on.
Berlusconi.
Questo l’ingorgo, per quanto legittimo.Quando Berlusconi diventò il padrone delle televisioni,
mancavano infatti le regole dell’etere.Quando è diventato leader politico, mancavano in Italia le
regole sul conflitto tra interessi privati e interesse pubblico.
Fu il ritardo la specialità dell’intero sistema politico.Ed è stato proprio il vuoto la doppia specialità
di Berlusconi: negli anni Ottanta, il vuoto televisivo privato dopo il monopolio pubblico della Rai;
negli anni Novanta, il vuoto politico ed elettorale dopo l’egemonia e la caduta della Dc.
Per decenni c’è stato un solo problema: la Rai nel Palazzo. Adesso ne abbiamo due:la Rai nel
Palazzo e Mediaset a Palazzo Chigi. Tutto qua, ma è tanto.

GIOVEDI’ 25

Informazione/3

Negli Stati Uniti non è mai esistita una televisione di Stato, ma l’Italia non è certo il solo Paese ad
avere grane con la politica nella tv pubblica.In Francia ad esempio, ai tempi dei duelli televisivi tra
Mitterrand e Chirac, venivano utilizzati tre registi, due di parte e uno arbitro, nel tentativo di
mettere tutti a proprio agio.Erano perfino vietati i cosiddetti piani di ascolto, che mostrassero la
faccia di un candidato presidenziale mentre parlava l’altro.Niente smorfie né sorrisetti.
Ciampi chiede una “nuova legge” per l’informazione e una “vigilanza” allargata. Casini propone di
togliere ai presidenti di Camera e Senato la nomina del consiglio di amministrazione della Rai.
Bene; e i giornalisti che , fino a prova contraria, l’informazione la fanno? Secondo me, dipenderà
tutto da loro, nel meglio e nel peggio, anche se si sta parlando di norme,di controlli, di
amministratori, di par condicio, di ministri, di commissioni e di autorità, di tutto fuorché di loro, i
giornalisti.
Il giorno in cui dare loro dei “velinari” costituisse reato di diffamazione e non un insulto pittoresco,
quel giorno avremmo già risolto il 90 per 100 dei guai dell’informazione, anche perché non è
affatto detto che la concorrenza migliori di per sé il prodotto. La concorrenza, sostiene uno studioso
di tv,a volte rende rivali ma in conformismo.

VENERDI’ 26

I Santi

Volendo introdurre una nuova festività, il parlamento si è diviso tra San Francesco (4 ottobre) e San
Giuseppe (19 marzo). Silvio Berlusconi, che ha mantenuto gli Esteri, ha rinunciato.

GIOVEDI’ 25
Informazione/2

SABATO 27

La citazione

Sergio Saviane (scomparso il 27 luglio del 2001) da “Italia desnuda”,editore Canova.
“La satira non serve soltanto per strappare un sorriso più o meno amaro, ma per correggere la
società, i suoi vizi, le sue contraddizioni, gli errori o pentimenti, i suoi abusi o soprusi e le
ingiustizie; si batte contro i luoghi comuni o gli egoismi non solo in politica, ma nel costume, nei
comportamenti, nel cinema,nella letteratura,nel giornalismo, perfino nel sesso, soprattutto, specie
oggi, contro l’abbrutimento della televisione.La satira è figlia di primo letto della critica, ma è più
aspra e diretta perché concede spazi e licenze molto più ampi e impraticabili per la critica
tradizionale; colpisce la vittima prestabilita ma deve saper coinvolgere e colpire senza paura anche
il suo stesso autore se necessario.
…Cari lettori, se sono riuscito a trasmettere un po’ di questa libertà di cuore vuol dire che ho
lavorato onestamente soprattutto per voi.Se non vi è rimasta nemmeno una goccia di questa libertà,
vuol dire che ho lavorato male o che non ci siamo capiti.”