2002 maggio 28 Donne. Dalila Di Lazzaro
DOMENICA 19
Donne
Dalila Di Lazzaro,48 anni, friulana di Udine, attrice:”Se Tronchetti Provera fosse stato un
panettiere, Afef non l’avrebbe trovato tanto interessante.” ( Corriere,2001)
LUNEDI’ 20
Elezioni /1
Imer è un paese di un migliaio di abitanti in Val Cismon, nel Trentino, dove le elezioni comunali si
sono svolte con una settimana di anticipo. L’ex sindaco ha preso 425 voti mentre la lista di
opposizione 318, ma tutti hanno convenuto alla fine che decisiva è stata una circonvallazione, in
sostanza il voto è stato un sì o un no a un’infrastruttura locale. Così si fa alle amministrative: si
dimentica la politica e si bada solo al territorio.
MARTEDI’ 21
Elezioni /2
Per il voto di oggi e di domani, il Veneto ha visto non di rado variare le alleanze politiche : é
esattamente ciò che qualifica un voto come amministrativo. Comuni e Province non sono Partiti
nazionali.
MERCOLEDI’
Falcone
Giovanni Falcone, 1991:”Non rimpiango niente.”
Noi cittadini sì: rimpiangiamo lui, come fosse ieri.
GIOVEDI’ 23
Padre Nostro
I cristiani recitano il Padre Nostro da quasi 2000 anni, da quando Matteo lo riferì nel suo Vangelo
sotto dettatura del Signore. Così testimonia la Bibbia nel Nuovo Testamento, cioè nel nuovo patto
con Dio. ( “El paròn del mondo” era solito chiamarlo il nonno di Pietro Nonis oggi vescovo di
Vicenza).
Il Padre Nostro non è “una” preghiera, ma “la” preghiera . E’ la preghiera che contiene ogni altra
preghiera dei cristiani, perché li rende tutti figli.
Si può dimenticare il Padre Nostro; magari la recita s’inceppa o si perde come la memoria poco
esercitata. E’ invece impossibile non averlo ascoltato, imparato, almeno bisbigliato da bambini,
come in uno sconfinato filò collettivo, che intrecciava tradizione, speranza, identità, fede,oralità. “
Padre nostro che sei nei cieli…dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti…”
Padre, cieli, pane, debiti: era ed è la preghiera più umana, poco o niente teologica . Senza tanti giri
di parole riporta il Dio paterno sulla terra, quasi lo convoca qui coinvolgendolo direttamente anche
nelle necessità e nelle grane della vita di ogni giorno. La mamma mi diceva che il Padre Nostro ci
lascia trattare Dio con confidenza.
Mettendo mano alla nuova traduzione della Bibbia, adesso 203 vescovi italiani hanno deciso di
cambiare anche un paio di righe del Padre Nostro. Più che altro, hanno modificato un verbo (“non ci
indurre in tentazione” diventa “non abbandonarci alla tentazione”) e sostituito una minuscola con
una maiuscola (“ma liberaci dal male” diventa “ma liberaci dal Male”).
203 vescovi italiani hanno detto sì alla modifica, uno soltanto ha votato no. Per quanto
indegnamente, sto con l’unico renitente vescovo conservatore, il solo che intende continuare a
pregare esattamente come nel testo dell’evangelista Matteo.
E’ addirittura ovvio che non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di fare il bullo con le
sottigliezze della Chiesa e di confutare le sue argomentazioni. Oltretutto, già una ventina di anni fa,
padre David Maria Turoldo era solito indicare con la m maiuscola il Male, che lui chiamava il
“grande Male” e che definiva così:”l’amore del Nulla”, anch’esso maiuscolo come una maligna
entità che insidia l’esistenza.
E forse, lo capisco anch’io, il nuovo “non abbandonarci alla tentazione” è più tenero del vecchio
“non ci indurre in tentazione”. A pensarci bene, “indurre” suona un po’ crudo, quasi che Dio ci
metta qualcosa di suo nel far cadere in errore dei poveri cristi come noi.
Parola di Dio alla mano, le modifiche al Padre Nostro saranno anche canonicamente opportune, non
dico di no. Però, avrei lo stesso lasciato tutto come prima, sillaba per sillaba, in omaggio al tempo
millenario, all’antico suono, alla cadenza originale, alla intatta familiarità con la preghiera delle
preghiere.
Padre Nostro che sei nei cieli, non indurci in tentazione ma liberaci dal male di rimettere sempre
mano a quel po’ di eternità che sopravvive faticosamente tra noi.
VENERDI’ 24
A sinistra
Va in onda “Sciuscià”, la trasmissione Rai di Michele Santoro, per parlare di informazione
televisiva ma , tanto per cominciare, metà serata è inascoltabile. Non si capisce nulla perché parlano
tutti assieme,a due, a tre, anche a quattro contemporaneamente, con il risultato di auto censurarsi in
un indistinto brusìo di fondo.
E sì che è tutta gente di mestiere, che si pretende esperta della comunicazione e che dunque
dovrebbe sapere a menadito che in studio si parla soltanto per il telespettatore non per l’ospite dello
sgabello accanto. Si vede che il termine pluralismo va sempre di più inteso come ammucchiata
plurale di discorsi, l’uno sopra l’altro, compresi quelli dei conduttori visto che si alternano in due:
Santoro sopra Costanzo, Costanzo sopra Santoro, roba che nemmeno le intercettazioni della Cia
riuscirebbero a selezionare le voci con chiarezza.
Non per nulla, gli interventi di gran lunga migliori sono dei soli due non presenti , cioè di D’Alema
e di Sgarbi, registrati in precedenza. Sgarbi sostiene che “il fatto” di Enzo Biagi dovrebbe chiamarsi
“l’opinione” di Biagi. D’Alema ribadisce che in Italia non c’è un regìme ma che chi governa ha
troppi soldi e troppa televisione, invitando Berlusconi a non cercare lo scontro, che porta male.
Tanto per cambiare D’Alema dice cose sensate, le dice bene e senza stralunare le tesi politiche.
Trovo che,a sinistra, sia sempre lui il miglior cavallo che hanno in stalla e che, con tutti gli errori
che possa aver fatto e pagato, sia il solo diessino con la stoffa del leader.
Invece gli fanno i girotondi intorno. Contenti loro.
SABATO 25
La citazione
Enzo Biagi da “Addio a questi mondi. Fascismo,nazismo,comunismo: uomini e storie, che cosa è
rimasto”,editore Rai-Eri Rizzoli, maggio 2002.
Fascismo/1
“Non ha molti oppositori Benito Mussolini:quando,nel 1934, si vota, dieci milioni di schede sono a
suo favore, e soltanto 15.000 contrarie. Quando,ai professori universitari, viene chiesto l’impegno
di “formare cittadini operosi e devoti alla patria e al regime fascista”, su 1.225 solo 13 rispondono
di no.Gli intellettuali,ahimè, aderiscono o si adeguano.Il poeta Ungaretti afferma che ‘tutti gli
italiani amano il Duce come un fratello maggiore’.”
Nazismo/2
“Il primo giorno di ottobre 1946 il presidente del Tribunale internazionale di Norimberga, lord
Geofrey Lawrence, lesse la sentenza contro i gerarchi nazisti. La sua voce non aveva vibrazioni.
Dodici condanne per impiccagione, tre ergastoli, vent’anni a von Schirach e a Speer, quindici a von
Neurath, dieci a Donitz. Assolti Schacht, von Papen e Fritzshe. L’esecuzione fu fissata per la notte
del 16. Otto invitati speciali, estratti a sorte, poterono assistere. Tre gigantesche forche vennero
issate in una palestra, la parte del boia toccò a un sergente americano,un certo John Woods.”
Comunismo/3
“Lo stalinismo non ha avuto la sua Norimberga. Nessuno ha mai confessato di essere responsabile o
complice di quell’orrore, nessuno si è pentito.”