2003 aprile 18 Ministro irakeno
2003 Aprile 18 – Ministro Iracheno
Negli Stati Uniti è in vendita a 35 dollari l’uno il bambolotto del ministro dell’Informazione
iracheno. Mitico sotto il suo basco nero d’ordinanza.
Ogni giorno “informava” i giornalisti spediti a Baghdad da tutto il mondo. All’inizio dei
bombardamenti preannunciò il seguente finale della guerra:” La nostra prima valutazione è che gli
americani moriranno tutti.” Testualmente.
Alla fine, durante la sua ultima conferenza stampa, un giornalista gli fece notare che i marines erano
oramai entrati a Baghdad. “ No, è una bugia”, rispose come niente fosse mentre le telecamere
inquadravano alle sue spalle i primi carri armati americani già a spasso in città.
Adesso è diventato un simpatico bambolotto. Una macchietta da Zelig. Un cult caricaturale per
Internet. Perfino uno spot.
Più seriamente, ha esibito lo sputtanamento mai tanto planetario della parola “informazione”. Se è
impegnativo informare come si deve in democrazia, è davvero impossibile con le dittature.
Gli “ismi” più totalitari del Novecento hanno fatto scuola. In-formare equivale allora a de-formare
per formare consenso di massa al servizio del regime.
L’informazione a comando non procura notizie; le usa negando o manipolando. Anche una
epidemia di polmonite acuta può diventare tabù.
Il più coerente ed esplicito al riguardo fu paradossalmente Joseph Goebbels, megafono del Reich
nazista. Il suo si chiamava non a caso “Ministero della propaganda e dell’informazione”: sorelle
ufficialmente siamesi, l’una legata all’altra ma, semmai, la propaganda precedeva l’informazione,
non viceversa.
E il quotidiano del comunismo sovietico fu la “Pravda”. Per infinita ironia della storia, Pravda
voleva dire “Verità”.
Al confronto, anche il ministro iracheno dell’informazione resta un simpatico cacciaballe.