2003 febbraio 16 Mani Pulite

2003 Febbraio 16 – Mani Pulite

E’ una storiella che mi riportò Piercamillo Davigo, magistrato molto bravo, ex pubblico ministero di
Mani Pulite e oggi giudice. L’aveva presa da uno scrittore russo che, ai tempi in cui si metteva già
male per l’Unione Sovietica, riferiva di un incontro tra un Pessimista e un Ottimista. “Non potrebbe
andar peggio”, diceva il Pessimista. E l’Ottimista:”Ma sì che può.”
Basta girarsi intorno, tra un’inchiesta e l’altra in corso in queste ore, per essere ottimisti come nella
barzelletta circolante nella vecchia Urss. Ebbene sì, si può anche andar peggio; la corruzione può
aumentare, anzi sembra rinata come ai bei tempi di Tangentopoli.
A un decennio di distanza, si registra per di più un ulteriore balzo in avanti nei grandi numeri:
l’inchiesta milanese sugli appalti Anas è partita con 31 arresti mentre, nell’aprire il fascicolo sanità,
la Procura di Verona ha indagato tremila persone per i presunti premi sui farmaci. Se le accuse
saranno dimostrate, minimo minimo vuol dire che la storica Tangentopoli non ha insegnato nulla e
che è costume esattamente come allora. Un fenomeno di massa, a vagonate.
Oggi la gente vede meno la presenza dei partiti, i quali sembrano agli stessi studiosi meno partiti di
una volta, più partiti elettorali che partiti organizzati. Ma, forse, ci stiamo sbagliando tutti di grosso
se il funzionario che ha fatto saltare per aria i compartimenti Anas di Milano, Torino e Palermo, ha
potuto mettere nero su bianco per i magistrati che adesso come sempre chi non è legato a un partito
non conta nulla.
Mani Pulite aveva avvertito in tempo che bisognava mettere mano a un sacco di cose per evitare il
ritorno in grande stile della corruzione. Meno leggi ma chiare, con livelli di potere radicalmente
semplificati e il più possibile palesi. Meno burocrazia, meno uffici, meno pratiche, meno funzionari,
meno passacarte e inutili mezze maniche che si mettono di mezzo e che, sul loro tavolo, possono
fermare qualunque pratica. O farla volare.
L’Anas non é malvagia per atto pubblico di nascita. Ma da sempre è il monumento alle tentazioni
dei vampiri privati, la macchina più discussa degli appalti pubblici. Paradossalmente, ha tante
regole da consentire infinite vie per evitarle .
Stando all’inchiesta deve essere un ente così abbordabile da ispirare tenerezza perfino nei corruttori.
Un indagato intercettato dai carabinieri ha detto:” Come Robin Hood togliamo ai ricchi, l’Anas, per
dare ai poveri, noi.” Noi, cioè un cartello di 27 imprese.
Il dramma è che l’Anas non rappresenta affatto i “ricchi”. Semmai, la corruzione impoverisce i
cittadini per ingrassare funzionari e aziende siamesi.
Questi non sono scandali neutri
tendenzialmente cronico per un Paese.
Ha ammesso, quasi sconfortato, l’ex procuratore di Milano Borelli che Mani Pulite riuscì a potare la
pianta della corruzione, finendo però per rinvigorirla e per preparare una nuova fioritura. Con
qualche record non facilmente superabile, aggiungo; basti pensare che durante l’ultima alluvione in
Lombardia vennero giù frane su ordinazione!
Facevano rotolare con i propri mezzi camionate di sassi per presentarsi il giorno dopo a ottenere
l’appalto dei lavori di sistemazione della strada interrotta. Ma ci rendiamo conto? E magari, se
invochi più galera, passi seduta stante per giustizialista.
L’inchiesta sulla sanità svela un habitat anche più imbarazzante e odioso. Odioso perché tutto ciò
che in qualche modo abbina la salute alla corruzione in contanti meriterebbe da solo l’undicesimo
comandamento di Dio. Non sfruttare.
Imbarazzante perché riguarda una professione molto etica, professionisti di primissimo piano, gente
di meritata fama, tecnologia d’avanguardie, aziende di livello mondiale. Qui lo sputtanamento è
lunare; i danni collaterali enormi perché va in sofferenza uno dei beni più preziosi della comunità.
La fiducia del malato nel medico, sublimazione della stima. Non vorrei essere in questo momento
uno dei tantissimi bravi medici per bene: di fronte a certi scandali, dovrebbero costituirsi parte
civile in massa.

. Segnalano al contrario forme di degrado strutturale,

Siamo messi mali. Al mercato globale si vende e si compra tutto, frane e valvole per il cuore, strade
e farmaci di grido. Non corriamo il pericolo di dividerci in Italia di serie A e Italia di serie B: tanto,
siamo tutti in B.
Visto che le carceri scoppiano, meno male che un giorno arriva un condono, un giorno un
indultino. Meno male che l’80 per cento dei reati e il 94 per cento dei furti resta impunito. Se così
non fosse, non si saprebbe dove custodire questa nuova slavina di corruzione.