2003 febbraio 3 Il Passante di Mestre
2003 Febbraio 3 – Il Passante di Mestre
Deputato a 27 anni, a 48 anni l’on. Casini è presidente della Camera dimostrando di saperci fare.
Suo buon amico fin dai tempi delle giovanili democristiane, l’on. Luigi D’Agrò di Bassano mi fa
notare che dal dopoguerra in poi Casini è l’unico presidente della Camera ad essersi iscritto, non
appena eletto alla terza carica dello Stato, al Gruppo misto dei deputati. Ciò per marcare subito la
sua tendenziale autonomia istituzionale.
Invitato a Castelfranco Veneto per ricordare la figura dell’on. Domenico Sartor (“il vero deputato
dei contadini in Parlamento” fu definito per la visione sociale), Casini é arrivato in discreto ritardo.
Era partito da Carpi, nella sua Emilia, uscendo poi dall’autostrada al casello di Vicenza Nord.
Nonostante l’auto blu, la scorta e i sorpassi parlamentari, a quel punto e in pieno pomeriggio non
c’è stato più niente da fare: media 25/30 all’ora. La Vicenza-Treviso, storica arteria dei “schèi”del
Nordest, è ogni giorno anche uno degli storici tappi del vivere e del produrre regionali.
A Fontaniva e a Cittadella, luoghi santi dello Stop, il presidente della Camera ha verificato quale sia
il popolo più paziente e disciplinato della Ue: il veneto. Ora et labora e sta in coda, amen.
“I veneti – ha brontolato lo stesso Casini – hanno ragione quando si lamentano. Un ingorgo
inaccettabile per un’area con un simile sviluppo.” Rivolto a D’Agrò prima di ripartire senza
illusioni d’orario per Verona, ha aggiunto scandalizzato che a strangolare il Veneto non c’è soltanto
la Tangenziale di Mestre.
A proposito della quale Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato e oggi presidente di
Infrastrutture spa, ha dichiarato nelle stesse ore al Corriere :” Non ho fatto il conto di quanto le
grandi opere potranno dare al Prodotto interno lordo italiano. Ma basta pensare all’aumento di
produttività che ci sarebbe con il Passante di Mestre nel Triveneto, dove la gente sta sequestrata per
ore in macchina.” Appunto.
Il dramma è che hanno perfettamente ragione tanto Casini quanto Monorchio. Nel senso che nella
viabilità economica – se così posso chiamarla – tutto si tiene, soprattutto nel cuore del Veneto
dove ogni strada o quasi porta all’export ma qualcuna, come il Passante, è già extra-territoriale,
sovra-nazionale voglio dire.
Qui si percorre su gomma la globalità formato famiglia, ultimissima versione del Nordest.